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Geolier ha finalmente rotto il silenzio dopo  la denuncia di un suo fan. Il ragazzo aveva subito una pesante aggressione da parte dello staff del rapper napoletano durante una serata, la notte del 5 Agosto a Porto Cervo. Dopo una settimana di silenzio sono arrivate le scuse ufficiali.

Non ci ha fatto decisamente una bella figura, Geolier, nome d’arte di Emanuele Palumbo, quando i suoi bodyguard sono stati denunciati per aggressione. Questa estate è fatta di successi per lui, tra serate da tutto esaurito e l’amore ritrovato è arrivata una brutta nota stonata che è passata in sordina per troppo tempo. Ieri, Geolier dal palco di Gallipoli ha voluto chiarire la sua posizione in merito, che ha comunque fatto storcere la bocca a molti. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa è successo.

Fan di Geolier aggredito in discoteca: 9 giorni di prognosi e traumi al volto per un selfie

La notte del 5 Agosto, uno studente palermitano si trovava in vacanza a Porto Cervo con la sua comitiva di amici, quando nella discoteca in cui erano andati a fare serata arriva Geolier.
Stando a quanto riportato dal ragazzo stesso, non appena ha tirato fuori il telefono per fare delle foto al rapper, gli addetti alla sicurezza lo hanno preso malamente a botte. Pugni in faccia, con conseguente trauma al volto e una prognosi di 9 giorni. Secondo l’avvocato del giovane, il ragazzo in seguito all’aggressione avrebbe subito dei danni alla mandibola ancora non risolti. Tutto questo per una foto! E la giustificazione della sicurezza? Beh, a quell’evento erano vietate foto non ufficiali, solo i fotografi addetti ai lavori potevano immortalare l’artista. Ma da qui a mandare in ospedale un ragazzo ce ne corre, tanto che dopo il fattaccio, quando è arrivata la polizia sul luogo, i bodyguard hanno ammesso che il collega aveva esagerato.

Geolier è rimasto in silenzio per una settimana, facendo storcere il naso a molti. Questo silenzio stampa sembrava quasi un voler nascondere la polvere sotto il tappeto e non prendersi le responsabilità del caso. Ieri tuttavia durante il concerto a Gallipoli, Geolier ha voluto dire la sua. Intanto ha voluto mettere in chiaro che non si trattasse della sua squadra di bodyguard, nessuno a lui vicino ma addetti alla sicurezza predisposti dal locale, che lui non conosceva. Cambia ben poco tuttavia la gravità di quello che è successo!

Geolier:”Io vivo per i miei fan, la sicurezza deve fare il suo lavoro ma c’è modo e modo”

Dal palco dell’Oversound Festival a Gallipoli, Geolier coglie l’occasione per parlare dell’importanza della sicurezza per gli artisti, ma ricorda che c’è comunque modo e modo di lavorare. Di certo non è il modo giusto mandare all’ospedale dei ragazzi perché volevano fare una foto a un cantante, per quanto vietato fosse. Quello che però non ha convinto alcuni è stato il commento finale del cantante, che dice che se si fosse accorto lì per lì che il ragazzo stava venendo picchiato, sarebbe finita male non per lui ma per il bodyguard. Insomma, la violenza andrebbe condannata anziché usata per controbattere, o no? Vi lasciamo il discorso integrale di Geolier:

Stavo a fare festa e mi hanno detto che un ragazzo per farsi una foto con me è stato addirittura picchiato dai buttafuori . Io vivo per i miei fan, per me è una cosa inaccettabile, impossibile, voglio solo spiegarvi una cosa. Noi ringraziamo sempre la sicurezza, capiamo ogni dinamica, sempre, anche se a volte noi artisti siamo un po’ pazzi, però la sicurezza fa sempre il lavoro giusto e non fa mai male a nessuno, se stiamo qua tutti insieme è perché ci sono loro, quindi ci sono modi e modi di fare le cose. Sicuramente se fossi stato presente quando questo ragazzo è stato preso male, non veniva preso male il ragazzo, ma veniva preso male l’addetto alla sicurezza, sicuramente.

Anna Maria Ristori

Nata e cresciuta in Toscana, classe 1995. Con la passione per la scrittura da sempre, dopo aver vissuto alcuni anni all'estero ho deciso di rendere la mia passione anche una professione . Laureata in Discipline dell'Arte, della Musica e dello Spettacolo, ho collaborato e collaboro con newsletter e podcast di cinema.

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