Ci risiamo: buona parte dell’affezionato pubblico del GF Vip 7 sta tappezzando i social di richieste di squalifica in tempi rapidi di Micol Incorvaia. Motivo? Prima della diretta in prime time su Canale Cinque del reality show, la ragazza, sorella dell’influencer Clizia Incorvaia, mentre si stava truccando in bagno innanzi allo specchio se ne è saltata fuori a canticchiare “Faccetta Nera”. Per chi non lo sapesse si tratta del brano scritto da Renato Michele nel 1935 durante la propaganda fascista. Soltanto tre anni dopo sarebbero arrivate le funeste e ignobili leggi razziali. In particolare “Faccetta Nera” fu pensata per celebrare la colonizzazione dell’Abissinia, l’attuale Etiopia. Con la canzone “Giovinezza” è il brano più noto del ventennio che vide a capo del Paese Benito Mussolini.
Chiediamo la squalifica per Micol Incorvaia che canta Faccetta Nera, un Inno al Fascismo, la piú brutta Pagina della storia Italiana. Un bruttissimo messaggio per milioni di Telespettatori. Ricordiamo che in Italia
l´apologia di Fascismo é REATO #donnalisi #gfvip #nikiters pic.twitter.com/jS02U1dMw9— MEMI (@memi_melasucate) November 10, 2022
Su miliardi di canzoni che sono state scritte nella storia, proprio “Faccetta Nera” doveva intonare Micol? Questo il ragionamento di molti telespettatori. In tanti hanno usato toni assai più duri in merito al canticchio di Micol. C’è anche chi l’ha difesa sostenendo che non abbia commesso chissà quale tipo di errore. Resta da capire se il caso sarà oggetto di attenzione nella prossima puntata in prima serata oppure se Alfonso Signorini ed il suo team di autori decideranno di fare cadere nel dimenticatoio la vicenda. Dopotutto il Grande Fratello Vip macina tutto alla velocità della luce: oggi c’è una polemica, domani ce ne è un’altra che fa scordare la prima. The show must go on…
Curioso notare che nel 2020 al Grande Fratello Vip partecipò la sorella di Micol, Clizia, la quale fu squalificata. Pure lei pronunciò frasi assai ‘delicate’, per usare un eufemismo. Sulla vicenda Signorini decise di utilizzare il pugno di ferro e diede il benservito all’influencer siciliana. In quel frangente nulla c’entravano i brani di stampo fascista. Fu un’uscita assai rivedibile sul tema mafioso a decretare l’allontanamento della donna. “Tu sei pentito, un Buscetta e io non parlo con i Buscetta. Io non parlo con i pentiti”, tuonò rivolgendosi al modella Andrea Denver. Non proprio un colpo di genio.
Rapida spiegazione: Tommaso Buscetta fu il primo boss mafioso a collaborare con la giustizia ed è ritenuto uno dei più grandi pentiti della storia (seppur lui non volle mai essere definito con quel termine). Si capisce rapidamente che dare del Buscetta a qualcuno vuol dire dargli del traditore. Peccato che Buscetta collaborò con la giustizia a un certo punto della sua vita. Per farla breve: i mafiosi ce l’hanno con Buscetta perché collaborò. Quindi definire negativamente una persona pentita non è proprio una esternazione entusiasmante.
Clizia Incorvaia, dopo che fu cacciata dalla Casa più spiata d’Italia, comprese l’errore e domandò scusa: “Io vengo da una realtà dove abbiamo combattuto la mafia, i miei amici hanno perso fratelli e padri. Non so perché l’ho detto, non ho più pensato che le parole sono importanti, chiedo scusa a tutte le famiglie che stanno lottando con questo brutto cancro, chiedo scusa alla mia famiglia e a tutti [..] Ho detto questa stupidaggine, volevo dire vile, non so perché mi è venuta questa cosa, mi ricordo che si diceva a scuola. Io voglio andare fuori, merito di andare a casa”. Ora è scoppiato il caso “Faccetta Nera” con protagonista Micol. “Deve fare la fine di sua sorella, squalificata”, vanno ripetendo in rete.