Nessuna pace tra Ghali e Matteo Salvini: il cantante e il segretario della Lega sono finiti sulle pagine dei giornali e dei siti di informazione dopo che nel corso del derby Milan-Inter si sono pizzicati in tribuna d’onore. Uno scontro molto acceso, con il cantante infervorato e riportato alla calma da alcuni presenti. Dopo giorni di silenzio, Ghali ha parlato della vicenda in modo approfondito, attraverso un lungo post veicolato sui suoi profili social. L’artista ha sottolineato che non c’è stata alcuna scusa all’indirizzo del politico. Non solo: ha pure rincarato la dose spiegando i motivi per cui non ha assolutamente intenzione di riappacificarsi con il leader del Carroccio.
“Sono andato allo stadio per tifare la mia squadra del cuore, lo stesso cuore che mi ha portato ad agire d’impulso”. Così esordisce Ghali su Instagram per poi puntualizzare che non è seguito alcun gesto distensivo dopo l’episodio accaduto durante il derby di Milano: “Non ho assolutamente fatto pace con Salvini e non mi sono mai pentito delle parole che gli ho detto durante il derby”.
A questo punto il cantante passa a motivare la sua ferrea presa di posizione: “Io sono per la pace, ma pace non si può fare con chi ogni giorno fa guerra ai più deboli portando avanti politiche razziste e di odio, con chi fa soffrire e morire la mia gente“. Ghali deporrebbe lascia di guerra solo in un frangente: “La pace si farà quando ammetterà i propri errori, quando risponderà delle sue azioni, quando racconterà la verità al suo popolo e smetterà di creare disinformazione, usando l’immigrato come capro espiatorio dei problemi dell’Italia”.
“Questa storia della pace tra me e Salvini è una bugia mediatica”, sottolinea con fermezza per poi aggiungere che “è questa la vera violenza, non una verità urlata in faccia”. Il segretario della Lega, spesso, dopo dei battibecchi con dei personaggi del mondo dello spettacolo, invita i suoi interlocutori a bere insieme un caffè. Stesso copione che infatti è capitato dopo il caso consumatosi nel corso del derby Milan-Inter.
“Ora dice che mi offrirebbe un caffè, ma allo stadio ha cercato di farmi cacciare dal mio posto invano. La mia non è politica, è pre politica, si parla di umanità”, spiega Ghali che subito dopo sferra un’altra pesante bordata nei confronti del politico lombardo: “I miei non sono insulti, sono solo l’ennesima segnalazione urlata e frustrata verso il responsabile di innumerevoli ingiustizie”.
A proposito della maglietta che lui stesso ha autografato come dono per il figlio di Salvini, ha precisato: “Ho firmato quella t-shirt solo perché sapevo che sarebbe finita a suo figlio, essendo mio fan, nella speranza che un giorno, crescendo, potrà farsi delle domande e avrà voglia di vivere in un’ Italia diversa da quella voluta da suo padre”.
“In fondo anche io ho preso delle scelte diverse da mio papà, so che può succedere”, ha concluso l’artista. Immediata la reazione di diversi suoi followers che hanno avallato le sue argomentazioni.
Salvini e quella tattica di offrire il caffè agli artisti che lo criticano
I famosi caffè di Salvini, in realtà, non vanno mai in porto. Anche perché siffatti inviti, piuttosto che avere il sapore di una reale voglia di chiarimento, appaiono come una sorta di tattica per mostrarsi pieni di comprensione e benevolenza, che, alla lunga, risulta stucchevole.
La ‘carta caffè’ era stata usata dal leader leghista anche con Tommaso Zorzi e Fedez, altre due voci critiche nei suoi confronti. Pure in quei frangenti gli inviti sono stati rispediti al mittente.