Gino Paoli suicidio: quando e perché il cantante ha provato a togliersi la vita
Non è sempre stata rose e fiori la vita di Gino Paoli. Il famoso cantante de Il Cielo in una stanza e altre celebri canzoni ha provato nel 1963 a togliersi la vita. Più precisamente l’11 luglio, all’età di 29 anni. Ma perché ha provato un atto così estremo e come è riuscito a salvarsi? All’epoca l’artista era all’apice del suo successo, aveva già pubblicato canzoni diventate poi dei classici della musica italiana come Sapore di sale e Senza fine. Secondo le cronache del tempo, Paoli avrebbe tentato il suicidio per via dei suoi problemi amorosi, legati per lo più alla travagliata storia con l’attrice Stefania Sandrelli, conosciuta quando era minorenne e quando il musicista era già sposato. Anni dopo, però, Paoli ha smentito questa versione dei fatti, puntualizzando di aver compiuto tale azione solo ed elusivamente per noia.
Gino Paoli e il suicidio: le parole del cantante che ha provato a togliersi la vita nel 1963
“Ogni suicidio è diverso, e privato. È l’unico modo per scegliere: perché le cose cruciali della vita, l’amore e la morte, non si scelgono; tu non scegli di nascere, né di amare, né di morire. Il suicidio è l’unico, arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. Ma io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero. Il proiettile bucò il cuore e si conficcò nel pericardio, dov’è tuttora incapsulato. Ero a casa da solo. Anna, allora mia moglie, era partita; ma aveva lasciato le chiavi a un amico, che poco dopo entrò a vedere come stavo”: così Paoli ha raccontato quell’increscioso avvenimento. Il chirurgo che lo ha operato subito dopo il tentato suicidio ha ritenuto troppo pericoloso estromettere il proiettile che, dunque, è ormai parte integrante del padre di Amanda Sandrelli.
Gino Paoli suicidio: perché il cantante ha provato ad uccidersi negli Anni Sessanta
“Non mi sparai perché ero travolto dai problemi. Anzi, ero all’apice della fama e avevo tutto. Lo feci per noia. E per sfida. L’uomo non sceglie né quando nasce né quando muore. Togliersi la vita è l’unico arrogante modo per decidere del proprio destino. Ma la pallottola si conficcò nel pericardio. Ed è ancora là. Fu un segno. Non era la mia ora. Dopo, ho capito che è stato meglio così” ha dichiarato di recente Gino Paoli all’Espresso.