Guenda Goria, a Verissimo, ha raccontato per la prima volta che suo figlio Noah, 7 mesi, ha dovuto sottoporsi a un delicatissimo intervento chirurgico al cervello dopo che gli è stata diagnosticata la craniostenosi, patologia alquanto complessa. Quando aveva tre mesi, i medici, dopo degli esami specifici, hanno capito che al piccino si era chiuso il cranio e che quindi non avrebbe potuto sviluppare il cervello. I dottori hanno consigliato a Guenda e al padre, Mirko Gancitano, di dare l’ok per l’operazione. Quell’ok è arrivato, anche perché di alternative pare che non ce ne fossero.
Il figlio di Guenda Goria operato al cervello per craniostenosi
Noah, quando è nato (è venuto alla luce al San Raffaele di Milano), pesava 4 chili. Pareva sanissimo. “L’unica piccola cosa da attenzionare è la testolina perché è nato con la fronte un pochino schiacciata”, hanno detto i medici a Guenda e al marito. Dopo una visita in neurochirurgia, i dottori hanno consigliato al padre e alla madre di tornare dopo 3 mesi per un secondo check. “Al 99% è un problema che andrà a posto”, avevano dichiarato i professori. Invece il problema non è sparito, anzi è diventato molto più grosso.
“Torniamo all’ospedale dopo tre mesi e facciamo un’altra visita in neurochirurgia. Purtroppo ci dicono che il problema si era aggravato e che la sua testolina si era completamente chiusa e quindi il cervello non aveva spazio per svilupparsi”, ha raccontato la Goria a Silvia Toffanin. Diagnosi tutt’altro che tranquillizzante: craniostenosi. La pianista ha spiegato cosa è accaduto dopo la scoperta della rara patologia:
“Ci hanno detto che doveva essere operato urgentemente, non per una questione estetica, ma per lo sviluppo cognitivo. Ci siamo messi in lista d’attesa e abbiamo iniziato ad affrontare il periodo più tosto della nostra vista. Ho portato Noah in sala operatoria, aveva tre mesi. Ero fiduciosa. Dopo tre ore è arrivato un infermiere e ci ha detto che l’operazione stava cominciando. Io pensavo fosse finita. Lì ho capito quanto la preparazione di un intervento di un bambino sia complessa. Allora sono andata in chiesa a pregare. Dopo quattro ore la primaria di neurochirurgia, la dottoressa Cerno, ci ha detto che l’operazione era andata bene”.
Guenda Goria ha anche narrato alcuni dettagli dell’intervento:
“Per riaprire le suture craniche, hanno dovuto estrarre il cranio di Noah, lavorarlo e reinserirlo. Quando ho firmato l’ok all’intervento mio marito mi ha detto “firma, non guardare cosa c’è scritto”. Quando ho rivisto il piccolo Noah era bianco, piangeva. Ero felicissima che piangesse, un pianto meraviglioso”.
Oggi Noah sta bene, anche se nei prossimi anni dovrà continuare a fare dei controlli specifici. “Fino all’età dei tre anni dovrà essere attenzionato – ha aggiunto Guenda – . Porta un caschetto da supereroe perché è un po’ più fragile degli altri. Quando lo mostro gli metto sempre il cappellino, non perché mi vergogno delle cicatrici, ma per proteggerlo”
Guenda Goria, e la gravidanza “miracolo”
La pianista ha anche raccontato la sua gravidanza ‘miracolo’: “Non mi spiego come sia accaduta, sono stata operata a un’ovaia per l’endometriosi, poi ho avuto una gravidanza extrauterina e mi hanno asportato una tuba. Non potevo rimanere incinta, ci ho provato molti anni. Quando desideri essere mamma e non riesci non è facile”.
“A un certo punto ho avuto un ritardo e ho fatto il test. Ho visto queste due lineette e mi sono immobilizzata. Non credevo potesse succedere. Ho fatto un altro test ed ero davvero incinta. La gravidanza è andata benissimo”, ha concluso la Goria.