IL CLAN DEI CAMORRISTI RIASSUNTO 2° PUNTATA DEL 1 FEBBRAIO 2013 – Il riassunto della 2° puntata della fiction “Il Clan dei Camorristi“, trasmessa ieri sera, 1 febbraio 2013, inizia con l’omicidio di Marco (Glen Blackhall), fratello del giudice Andrea Esposito (Stefano Accorsi). Il suo aggressore e assassino, il delinquente Francesco Russo (Giuseppe Zeno), detto O’Malese, su ordine del boss Antonio Vescia (Massimiliano Gallo) avrebbe dovuto soltanto spaventarlo, invece la situazione gli sfugge tragicamente di mano, firmando la condanna a morte del giovane carabiniere. Durante gli attimi cruciali della sua uccisione però, qualcuno assiste impotente, diventando immediatamente un testimone chiave. Si tratta di uno dei ragazzi che Marco allenava, e che proprio in quel triste frangente, era addetto alla pulizia del pavimento dell’edificio vicino al campo di calcio. Poco dopo, Andrea viene avvisato della notizia rimanendo scioccato dall’accaduto, e certo che dietro la fine del suo amato fratello ci sia il boss Antonio Vescia. In seguito, quest’ultimo, dimostra a O’Malese di non aver gradito ciò che ha fatto a Marco Esposito, dal momento che l’ordine impartitogli era soltanto quello di impaurire il ragazzo. Intanto, della sua uccisione se ne occupa il giudice Roberta Braga (Vanessa Compagnucci), che insieme ad Andrea intuisce che qualcuno ha visto tutto ma non ha il coraggio di parlare. Il giovane testimone si chiama Ciro, e presto, pagato profumatamente da uno degli uomini di O’Malese, cioè Vincenzo De Marchi (Salvatore Striano), inizierà a lavorare per la camorra, con l’incarico di eliminare un sindacalista scomodo.
CROCIATA DEL GIUDICE ANDREA ESPOSITO NEL COMBATTERE LA CAMORRA E BATTESIMO DEL FUOCO DI CIRO – Il giudice Andrea Esposito decide di indagare sui cantieri gestiti da Antonio Vescia, sperando di poter incastrare il boss. Grazie all’aiuto della collaboratrice Mara De Simone (Valeria Bilello), Andrea viene a conoscenza degli intrallazzi di Vescia, che oltre ad essersi impossessato di numerosi appalti, perché agevolato dall’intervento di alcuni politici locali, ora dal commercio di calcestruzzo è passato alla costruzione degli edifici. Nel frattempo, Vincenzo De Marchi s’incontra con Ciro, e gli ordina di assassinare il leader di un sindacato sorto contro Vescia, e promotore di uno sciopero indetto dagli operai dei cantieri del boss, non prima però di consegnare nelle sue mani l’arma del delitto. Successivamente, il giovane, puntando la pistola contro l’uomo non riesce a sparare, e sarà quindi il suo amico Angelo a portare quasi a termine il lavoro, visto che il sindacalista si salva, riportando però una grave lesione alla spina dorsale, che potrebbe non permettergli più di camminare. Intanto, gli operai sospendono lo sciopero, alle elezioni comunali di Castello, viene eletto sindaco Ernesto Vescia, fratello del camorrista Antonio, e si svolgono i funerali di Marco, dove il giudice Andrea oltre a ricordare il fratello, promette giustizia per la sua prematura morte. In seguito, si procede alla cattura dei due ragazzini responsabili del ferimento del sindacalista, ma viene arrestato solo Angelo, perché Ciro è latitante. Nel frattempo, O’Malese e i suoi compari tendono una trappola a Vescia facendolo scappare, convinti che agendo così, il boss non possa avere più alcun tipo di supremazia, e che sia più facile sbarazzarsi di lui.
UCCISIONE DI VESCIA E DEL NIPOTE PARIDE – Antonio Vescia nomina suo sostituto il nipote Paride, suscitando la disapprovazione di O’Malese, mentre Andrea non è più ben visto in paese, colpevole secondo i cittadini di voler rovinare il loro benefattore, cioè Vescia, perché considerato quasi un “dono del Signore“, nell’aver dato loro un’occupazione presso i suoi cantieri. Intanto, il boss, fermato in Spagna, sfugge alla cattura della polizia, a causa del giudice spagnolo competente, che non può convalidare l’arresto, perché dall’Italia mancano dei documenti importanti per questo procedimento. Subito dopo, assistiamo all’omicidio di Ciro per mano di Vincenzo De Marchi, a quello del fratello di Antonio Ruggero (Carmine Recano), Domenico, su ordine di Vescia perché convinto da O’Malese che l’abbia tradito, a quello di Vescia per mano di Antonio Ruggero, che precedentemente aveva discusso con O’Malese, il quale gli aveva consigliato di vendicarsi per l’omicidio del fratello Domenico, prospettandogli poi di assumere il comando del clan al posto di Vescia, e dulcis in fundo all’assassinio del nipote di Vescia, Paride.
L’ASCESA AL POTERE DI O’MALESE E LA RESA DEL BRACCIO DESTRO DI VESCIA LUIGI MARINO – O’Malese è ormai inarrestabile, pronto a diventare il nuovo boss di Castello, mentre il braccio destro più fidato di Vescia, Luigi Marino (Antonio Pennarella), scampato alla morte programmata da O’Malese, finisce per costituirsi, confessando al giudice Andrea Esposito che non è stato Vescia a ordinare l’uccisione di Marco. Appuntamento quindi al prossimo venerdì 8 febbraio 2013, per la 3° puntata di “Il Clan dei Camorristi“, ore 21.10, Canale 5.