Nuovo triangolo amoroso a Il Paradiso delle Signore. Stavolta al centro della scena ci sono Vittorio, Matilde e Tancredi. La maggior parte del pubblico tifa ovviamente per Conti e la sua collaboratrice, dimenticando però che la soap opera di Rai Uno è ambientata in un’epoca ben diversa da quella attuale, ovvero il 1964. In quell’anno in Italia non esisteva ancora il divorzio – sarebbe arrivato solo nel 1970 – e per questo altri personaggi sono stati costretti a fuggire come ad esempio gli indimenticabili Luciano e Clelia.
Diversa la situazione di Vittorio e Marta: il fatto di non aver avuto i figli si è rivelato alla fine un vantaggio per un annullamento del matrimonio alla Sacra Rota. Ma con Matilde e Tancredi di Sant’Erasmo la faccenda è decisamente più complicata: l’editore non ha alcuna intenzione di perdere la moglie che, tra l’altro, rischia di essere denunciata per reato di adulterio. Una scelta che, almeno per il momento, Tancredi non compirà, come spiegato dall’attore Flavio Parenti in un’intervista concessa al settimanale DiPiù Tv:
“Tancredi non denuncerà Matilde perché è un uomo d’altri tempi, per lui i panni sporchi si lavano in casa. Inoltre ama Matilde, quindi non vuole metterla in condizione di avere problemi con la legge. Se lo facesse il loro rapporto finirebbe e sarebbe una ferita mortale per lui. Ci saranno forti scontri, un antagonismo gigantesco con Vittorio. Tancredi cercherà di arginare subito l’attrazione di Matilde per lui, sarà pronto a tutto pur di liberarsi del rivale”
Insomma, nelle prossime puntate de Il Paradiso delle Signore ne vedremo davvero delle belle…
Che cos’è il reato di adulterio
Un tempo l’infedeltà era un valore rilevante nell’ordinamento giuridico italiano, tanto da avere due tipi di conseguenze penali: il reato di adulterio e il reato di concubinato. Il primo riguardava la moglie che veniva beccata mentre tradiva il marito: per questo reato era prevista la pena della reclusione fino a un anno.
Il marito che aveva un’amante, chiamata anche concubina, in casa o altrove, poteva rischiare fino a due anni di carcere. I due reati sono stati introdotti nel codice penale del 1930. Il reato di adulterio è stato poi abolito nel 1968, nel pieno della stagione della rivoluzione studentesca per la libertà sessuale e l’uguaglianza tra uomo e donne, mentre quello di concubinato nel 1969.
Oggi l’infedeltà coniugale e quindi la violazione del dovere di fedeltà non è più reato e non ha più conseguenze penali, ma può avere importanti conseguenze sul piano civilistico. Può, ad esempio, essere causa di addebito della separazione a carico del coniuge infedele qualora l’infedeltà sia la causa da cui si è originato il deterioramento del matrimonio e si è generata l’intollerabilità della convivenza.