Riccardo Cocciante, ospite del tributo a Ennio Morricone con protagonisti i tre tenori de Il Volo, ha dato una grande lezione di stile e artisticità. All’arena di Verona, dove si è tenuto l’evento trasmesso in diretta da Rai Uno, il compositore si è presentato sul palco con la sua solita e inimitabile carica emozionale. Prima di avventurarsi sulle intramontabili note del brano ‘Quando finisce un amore’, cantato come al solito a denti stretti e con le mani che hanno partorito divina musica al pianoforte, si è intrattenuto con il trio di giovanotti. Questi hanno prima ricordato che Cocciante, a breve, festeggerà i 50 anni di carriera, poi gli hanno domandato se avesse voglia di narrare un aneddoto riguardante il suo legame con Morricone. Il musicista italo-francese ha però risposto di no, che non lo avrebbe fatto.
Nessuna polemica, semplicemente Cocciante, all’invito del trio ha detto ‘no grazie’, spiegando anche il perché. Secondo lui un artista grande come Morricone, se circoscritto in un ricordo privato di vita, viene sminuito. “Ennio si ricorda per quello che ha fatto, per la sua opera”, ha chiosato Riccardo, aggiungendo che con il premio Oscar ha avuto un proficua esperienza di lavoro, oltreché di amicizia. Se qualcuno però pensava di carpire qualche chicca inedita in merito al loro rapporto privato è rimasto a bocca asciutta. “Gli artisti devono essere ricordati per quello che hanno fatto, non per altro”, ha rimarcato il musicista, per poi congedarsi tra gli applausi dell’Arena di Verona.
La lezione di Cocciante durante l’evento dedicato a Ennio Morricone su Rai Uno
Le parole di Cocciante giungono in un momento particolare, in cui troppo spesso in tv e sui media c’è chi fa la gara a rivelare aspetti privati di persone non presenti o addirittura defunte. O per eccesso di egocentrismo, o per mancanza di sensibilità, o per avere visibilità o semplicemente per difetto di pudore. Il ‘Maestro’ italo-francese, declinando con classe e garbo l’invito a narrare qualsivoglia aspetto di vita privata di Morricone, ha dato una importante lezione di buon senso. Più arte e meno speculazione, bene così!