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Negli ultimi anni il populismo dilagante ha innescato una odiosa intromissione della politica in campi e settori che non dovrebbero essere intaccati da ideologie e bugie utili solamente a chi vuole creare caos per avere tornaconti di potere. Un esempio di frottole e di politica invadente è il chiacchieratissimo caso che ha visto protagonista alle Olimpiadi di Parigi la boxeur algerina Imane Khelif, che ha battuto Angela Carini dopo che questa si è ritirata sostenendo che i colpi sferrati dall’avversaria erano troppo forti.

Imane Khelif è donna, intersex ma non trans

La prima bugia è che c’è chi ha diffuso la fake news che Khelif sarebbe una transgender. Non è vero: l’atleta è nata donna e non uomo, come qualcuno ha voluto far credere in modo maligno. Non giriamoci attorno: tantissimi si stanno domandando che cosa abbia in mezzo alle gambe la sportiva. Essendo donna la risposta è scontata. Chi parla di trans è quindi fuori strada. Khelif ha livelli di testosterone più alti rispetto alla norma. Perché? Qui ci si addentra in un campo complesso.

L’algerina è una persona intersex, concetto ombrello utilizzato  per descrivere quei soggetti che hanno caratteri sessuali primari e/o secondari non definibili come esclusivamente maschili o femminili. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha spiegato che le persone intersessuali hanno un corpo che “non corrisponde alla definizione tipica dei corpi maschili o femminili”.

Tali caratteristiche non comuni non possono essere acquisite, ma fanno parte del bagaglio genetico di un individuo. Dunque sarebbe il caso che si discutesse con calma e senza ideologie dove gli atleti intersex debbano gareggiare, senza scomodare la transessualità che è una cosa ben differente. I politici farebbero meglio quindi a tacere, non affar loro.

Cio e Iba, perché hanno preso decisioni differenti su Imane Khelif

La seconda notizia poco chiara e bisognosa di spiegazione approfondita riguarda il Cio, ossia il Comitato Olimpico Internazionale, e l’Iba, cioè l’Associazione Internazionale Boxe. L’Iba organizza i Mondiali, il Cio le Olimpiadi (fino al 2024 l’Iba organizzava gli incontri anche per le Olimpiadi, ma dopo una serie di scandali è stata estromessa). In tanti hanno sottolineato che a Khelif è stato vietato di partecipare ai Mondiali 2023. Apriti o cielo! Visto che l’Iba ha stoppato l’algerina, anche il Cio doveva metterla fuori: questo il ragionamento di molti. Però, alt, c’è un altro pezzo di storia da raccontare.

L’Iba, che ha sede in Russia, è stata estromessa dal Cio di recente, al punto da sospendere per ora la boxe dai Giochi olimpici del 2028. Tra le due associazioni c’è in corso una lotta non da poco. Khelif ci è finita di mezzo, suo malgrado. L’algerina ha 25 anni ed in passato ha già partecipato a Mondiali e Olimpiadi. Perché il caso è scoppiato ora? Perché qualcuno a livello mediatico lo ha acceso volutamente. E la squalifica dai Mondiali 2023? Il Cio ha spiegato questo riferendosi alla squalifica da parte dell’Iba dell’algerina e anche di un’altra pugile, la taiwanese Lin Yu-tin:

“Le due atlete gareggiano da molti anni in competizioni internazionali di pugilato nella categoria femminile, tra cui le Olimpiadi di Tokyo 2020, i Campionati del mondo dell’International Boxing Association (IBA) e i tornei sanzionati dall’IBA. Questi due atleti sono stati vittime di una decisione improvvisa e arbitraria da parte dell’IBA. Verso la fine dei Campionati mondiali IBA del 2023, sono stati improvvisamente squalificati senza alcun giusto processo. Secondo i verbali dell’IBA disponibili sul loro sito web, questa decisione è stata inizialmente presa solo dal Segretario generale e dall’Amministratore delegato dell’IBA. Il Consiglio direttivo dell’IBA l’ha ratificata solo in seguito e solo in seguito ha richiesto che una procedura da seguire in casi simili in futuro fosse stabilita e riflessa nei Regolamenti IBA. I verbali affermano anche che l’IBA dovrebbe stabilire una procedura chiara sui test di genere. Le regole di ammissibilità non devono essere modificate durante la competizione in corso e qualsiasi modifica alle regole deve seguire le procedure appropriate e basarsi su prove scientifiche. Il CIO si impegna a proteggere i diritti umani di tutti gli atleti che partecipano ai Giochi Olimpici, come da Carta Olimpica, Codice Etico del CIO e Quadro Strategico del CIO sui Diritti Umani . Il CIO è addolorato per gli abusi che i due atleti stanno attualmente subendo”.

Per farla breve: l’Iba, di punto in bianco, dopo aver fatto gareggiare per anni Khelif, l’ha messa fuori dal Mondiale in modo tutt’altro che chiaro. Insomma, chi ha cambiato di colpo le regole in corso d’opera non è stato il Cio, bensì l’Iba. Chissà perché…

Imane Khelif è tutt’altro che imbattibile

Altra bugia o falso mito che sta circolando è che Khelif è “uomo” (già detto che non lo è ma la fake news ormai è in circolo e fermarla è impossibile) e quindi, gareggiando con le donne, vincerebbe facile, tanto che un’atleta professionista come Carini si è ritirata per paura di farsi male. Pure qui qualcosa non torna. Khelif è stata sconfitta diverse volte da altre pugili e non è per niente imbattibile.

Ai Campionati mondiali di pugilato dilettanti femminile 2022, Khelif ha raggiunto la finale, persa contro l’irlandese Amy Broadhurst. Due anni prima, alle Olimpiadi estive di Tokyo 2020, Kellie Harrington l’ha buttata fuori ai quarti di finale. Ai Mondiali 2019 in Russia è stata subito eliminata dalla Shadrina. Si capisce che è una pugile non certo imbattibile. Carini può anche aver avuto paura, ci mancherebbe. Vero è però che prima che si creasse il casino mediatico le avversarie di Khelif hanno sempre affrontato i match contro di lei serenamente, senza polemiche. E pure battendola!

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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