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Gerry Scotti fa Gerry Scotti, vale a dire che conduce senza troppi fronzoli e cerca di non appesantire un programma che, però, nonostante la sua sapienza televisiva ed esperienza, in troppi tratti risulta ostico e noioso. Io Canto Generation è una brutta, confusa e ‘vecchia’ coppia di The Voice Kids. Si parta dalla giuria: va bene, lo sanno pure i muri che ormai la tv generalista ha un pubblico datato; certo è che chi decide cast e strategie non fa nulla per provare a strizzare l’occhio alla gioventù (ad eccezione di Maria De Filippi con Amici). Così ci si ritrova con sei giurati che messi assieme fanno la bellezza di 384 anni: oltre al giovanotto Fabio Rovazzi (30 anni) e la nonna più in forma d’Italia, Michelle Hunziker (47), ecco un’infornata di ragazzi che furono, ossia Claudio Amendola (61), Orietta Berti (81), Al Bano (81) e Iva Zanicchi (84). Età media 64 anni: che boccata di aria fresca!

Oltre a ciò ci sono 3 dettagli del talent dei baby cantanti che appaiono piuttosto insopportabili. Il primo è il clima da gita scolastica e ‘de volemosi bene‘. Ovviamente in gara ci sono dei minorenni e non è che si può né si deve creare un’atmosfera avvelenata. Ci mancherebbe altro. Però un po’ più di sana battaglia non guasterebbe. Altrimenti si rischia di innescare sbadigli a più non posso.

Il secondo punto riguarda il sovraffollamento della già citata giuria. Sei giudici a cosa servono? A nulla, se non a depotenziarsi l’un l’altro. Non sarebbe meglio metterne soltanto due contrapposti in grado di intrattenere e pure scontrarsi all’occorrenza per creare un po’ di ‘action’ visto che giustamente è meglio non provocare schermaglie tra i giovani cantanti? Avete presente The Voice? Ecco, lì sì che c’è una giuria che funziona, che ha un ruolo definito e che è parte più che integrante dello show. A Io Canto Generation se si dovesse levare ad esempio Amendola, o la Hunziker o la Berti nessuno probabilmente se ne accorgerebbe. Non aggiungono nulla al programma.

Terza questione che si collega al sovraffollamento dei giudici e non solo: 6 capisquadra? Poi le manche, i voti della giuria e quelli del pubblico in studio? Così non si fa altro che creare confusione senza riuscire a restituire al telespettatore elementi identitari che ogni spettacolo televisivo dovrebbe avere. Pure in questo senso si prenda ad esempio The Voice oppure Tu si que vales o X Factor, giusto per citare altri talent che si sorreggono su performance e giuria: i meccanismi di tali format non sono ostici per gli utenti. Inoltre non si vedono tra giudici e capisquadra oltre 10 persone come a Io Canto. Alla fine, come dice un famoso proverbio, il troppo stroppia.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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