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Irene Pivetti, conduttrice tv nonché ex presidente leghista della Camera dei deputati tra il 1994 e il 1996, è stata condannata a 4 anni di carcere. La sentenza è stata pronunciata dai giudici del Tribunale di Milano che l’hanno riconosciuta colpevole dei reati di evasione fiscale e di autoriciclaggio. A Pivetti sono state date le attenuanti generiche, nonostante il pm Giovanni Tarzia abbia spinto affinché non le fossero concesse.

Tarzia non ritiene corretto che la Pivetti possa godere delle attenuanti in quanto è “una persona che ha avuto modo di conoscere le Istituzioni dello Stato dall’interno, ha rivestito la terza carica dello Stato, è beneficiaria di un assegno vitalizio alimentato dalle imposte pagate dai cittadini, e dalla quale pertanto è lecito pretendere una particolare sensibilità rispetto agli obblighi di legge tributari”.

Il processo si è sviluppato anche su rogatorie internazionali in 10 Paesi. Vale a dire che la giustizia italiana ha potuto contare sull’appoggio delle autorità di tanti Stati esteri per arrivare alla condanna.

In particolare, il collegio presieduto da Angela Scalise ha stabilito che Irene Pivetti abbia compiuto operazioni soggettivamente simulate nel 2016. Che cosa ha fatto? I giudici hanno messo nero su bianco che la conduttrice avrebbe fatto finta di comprare per 1,2 milioni di euro una scuderia di auto da corsa (tre fuoriserie, un autotreno, il sito Internet, il logo con un cavallino Ferrari, pezzi di ricambio storici).

Tale scuderia era di due società dell’ex pilota Leonardo Isolani e della moglie Manuela Mascoli. Dopo il fittizio acquisto, la realtà imprenditoriale è stata ceduta per 10 milioni alla società cinese More & More Investment del gruppo Daohe.

Perché Irene Pivetti è stata condannata

Secondo il pm nessuno dei beni entrati nei contratti, ad eccezione del marchio con logo del cavallino rampante, fu realmente trasferito a Pivetti e poi al compratore cinese. Da quanto appurato dagli inquirenti, il sito Internet era inesistente e i mezzi di lusso restarono nella disponibilità dei coniugi Isolani a Tenerife in Spagna. Inoltre l’autotreno era pignorato.

Il Fisco stava già con il fiato sul collo agli Isolani. Le indagini sostengono che questi abbiano voluto “dissimulare la proprietà dei beni e sottrarli” al Fisco a cui la coppia era debitrici per 3 milioni di euro. Ed è qui che è entrata in gioco Irene Pivetti.

L’imprenditrice ha usato una società di Hong Kong con 10 centesimi di capitale, senza sede o dipendenti o conti, ed ha acquistato “il logo Isolani-Ferrari per cederlo a un prezzo dieci volte superiore al gruppo Dahoe”. La conduttrice non è però mai apparsa in prima persona così da “ostacolare l’accertamento ed indurre in errore il Fisco nella ricostruzione dei suoi redditi”.

In arrivo altri guai giudiziari per Irene Pivetti

Ed i guai, per la Pivetti, potrebbero non finire qui poiché su di lei pendono altre gravi accuse in altri procedimenti giudiziari. Nella fattispecie, l’ex presidente della Camera, è stata rinviata a giudizio nei mesi scorsi per frode in forniture pubbliche sulla compravendita dalla Cina di mascherine per 35 milioni in pandemia Covid.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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