Irina Shayk e Bradley Cooper non fanno più coppia da un anno e mezzo, ma i fan non hanno ancora smesso di cercare news su di loro. A suscitare parecchia curiosità è stato il fatto che lei non abbia più parlato dell’attore. O meglio, non ha problemi a parlare di lui ma non si sbottona più di tanto. Come se volesse tenere per sé i dettagli della rottura e i ricordi della storia. Ma forse anche per evitare di dare in pasto al gossip una relazione da cui è nata una bambina, che va protetta da guerre o presunte tali tra i suoi genitori. Soprattutto non vuole dare modo che una frase venga fraintesa o strumentalizzata per dare vita a battaglie mediatiche che non esistono, forse.
Finalmente però è arrivata la risposta di Irina Shayk. Proprio lei infatti ha parlato del suo rapporto con Bradley in una intervista concessa a Elle Usa. La relazione è giunta al capolinea dopo quattro anni d’amore, ma vuole tenerli per sé. La modella ha infatti spiegato che non vuole parlare in pubblico di Bradley Cooper: “Le mie relazioni appartengono a me. Sono private. Un pezzo del mio io interiore che non voglio dare via”. Dunque è anche un po’ per gelosia se ha scelto di non liberare tutti i suoi sentimenti, di non aprirsi in tutto e per tutto nelle interviste.
Di sicuro tra i motivi per i quali ha preso questa decisione c’è anche la non voglia di finire in pasto al gossip. Se qualcuno dovesse scrivere articoli su lei e il papà di sua figlia, lei non lo verrebbe mai a sapere. Non in modo diretto, se poi dovessero dirglielo è un altro conto. Lei infatti non lo leggerebbe, perché non legge ciò che succede sui giornali: “Sono troppo impegnata a crescere una figlia. Se vogliono scrivere articoli fanno il loro lavoro. Io mi concentro sulla mia vita e sui miei amici”. Il resto per lei è soltanto rumore.
Ma in base a ciò che che ha raccontato dopo è chiaro che Irina ha solo parole positive per Cooper. Lo ha definito un papà fantastico e confermato che sono in buoni rapporti. Ovviamente si vedono spesso perché hanno una figlia, ma a tal proposito si è scagliata contro l’etichetta co-parenting. Un’espressione che non le piace, che non riesce a spiegarsi perché si è semplicemente genitori, non esiste una collaborazione genitoriale.