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Fausto Pinna non c’è più. L’8 agosto, a 74 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore ai polmoni, è morto. Iva Zanicchi, sua compagna di vita per quasi 40 anni, intervistata dal Corriere della Setta, ha raccontato gli ultimi giorni di vita dell’amato, spiegando di essergli rimasta accanto fino alla fine e di aver continuato a ricevere affetto e amore incondizionato dal suo ‘Pippi’. La scintilla scoccò in sala di incisione, nel 1984, quando lui faceva il discografico.

Iva Zanicchi: “Fausto da 105 kg è arrivato a pesarne meno di 50”

“Appena svegli mi diceva: “Stamattina sei bellissima” e magari ero un orrore”, ricorda Iva nello spiegare quanto Fausto sia stato sempre molto dolce (ma non sdolcinato) nei suoi confronti. In quasi 40 anni di relazione non si sono mai lasciati, nemmeno per un giorno. Lui la seguiva ovunque e lei era contenta del fatto di poter sempre contare su ‘Pippi’. Poi la malattia, le cure, la debilitazione, gli ultimi giorni difficili e la scomparsa.

“Da quando si era aggravato – spiega la cantante – ho cancellato ogni impegno per stargli vicino. Aveva un’infermiera bravissima che lo accudiva, però la notte voleva soltanto me e nemmeno io del resto me la sentivo di staccarmi da lui“. Fino alla fine Pinna ha continuato a chiedere alla compagna se lo amasse ancora, ricevendo sempre la medesima risposta: “Ma certo!”. L’ultimo periodo, quello in cui la malattia si è fatta più aggressiva, è stato ovviamente quello più delicato.

“Ha sofferto tanto – ricorda la Zanicchi -. L’estate scorsa, per tirare su delle valigione, si è inchiodato lì. Dopo quattro anni di chemio gli è collassata una vertebra, non ha più camminato. Era un omone di 105 chili, si è ridotto a meno di cinquanta. È morto con me, a casa, io e lui da soli“.

Nonostante il dolore fisico, Pinna ha sempre voluto alzarsi la mattina per fare colazione con Iva, poi tornava a sdraiarsi e a riposare. La compagna narra che a un certo punto non ha più voluto ascoltare le notizie brutte provenienti dal mondo, così trascorreva le giornate a guardare La casa nella prateria. “Guardavamo solo quello. Fausto si rasserenava perché lì, anche se succedono cose brutte, il bene alla fine vince”, racconta sempre Iva.

Gli ultimi giorni di vita e i fiori di Milly Carlucci

Gli ultimissimi giorni sono stati i più devastati: “Andava avanti a morfina, per i dolori. Ogni tanto cedeva: “Prega che io me ne vada”. “No, tu non vai da nessuna parte, resti con me”, ripetevo e gli prendevo le mani. Non voleva andare, ma alla fine mi ha sussurrato: “Sono stanco”. E poi era curioso di vedere cosa c’è di là. Io no”.

La Zanicchi, sempre nella chiacchierata concessa al CorSera, ha colto l’occasione per ringraziare le migliaia di persone che l’hanno contattata per esprimerle vicinanza e sostegno in questo periodo: “Mi hanno scritto in migliaia, tutti, mi permetta di ringraziarli da qui. Milly Carlucci mi ha mandato una bellissima corona al funerale”.

Qualche giorno fa Iva è tornata a cantare in pubblico, vicino a Pescara. “Lo spettacolo più orribile della mia vita”, chiosa, spiegando che è stata durissima, ma che, essendo il concerto stato organizzato da un caro amico, non se l’è sentita di dare forfait: “Non ho mica cantato tanto bene, però la gente ha capito, le persone mi hanno dimostrato un affetto commovente. Certe canzoni però non sono riuscita a cantarle”. Ad esempio La notte dell’addio e Un uomo senza tempo, cioè quei brani tanto amati dal ‘Pippi’. Ogni volta che Iva li intonava, al compagno si inumidivano gli occhi e ricorreva all’aiuto del fazzolettino.

Maledette sigarette

Pinna negli ultimi anni ha lottato contro un cancro ai polmoni. “Sigarette? Ne fumava 90 al giorno – ricorda Iva -, a volte ne accendeva tre insieme. La sua auto era una ciminiera. Mi venne la tosse. Il dottore mi rimproverò: “Signora, ma con il suo lavoro lei fuma?”. “Non sono io”. “Così si rovina”. Da allora lo faceva soltanto fuori casa. Ha smesso 12 anni fa, ma era tardi, il tumore è partito da lì, aveva i polmoni pieni di catrame“.

Tanto amore, quattro decenni vissuti in simbiosi, ma il matrimonio mai. Motivo? “Mia figlia Michela aveva solo 18 anni. Abbiamo rimandato, di recente ci abbiamo pensato. Lui divorziato, io separata e poi vedova, avrei voluto mettermi l’abito bianco. So che Dio perdona, quando l’amore è vero e bello”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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