Il 18 febbraio John Travolta compirà 70 anni e, poco prima di questo importante compleanno, salirà ancora una volta sul palco del Festival di Sanremo come superospite.
Era il 2006 quando l’attore statunitense, protagonista di film cult come “La Febbre del Sabato Sera“, per il quale è stato candidato all’Oscar per miglior attore, e “Grease“,
saliva sul palco dell’Ariston per la prima volta.
A presentare Sanremo 2006 – una delle quattro edizioni meno viste della storia, che fu vinta da Povia con “Vorrei avere il becco” – era Giorgio Panariello, e ricordate cosa successe?
John Travolta si ritrovò a massaggiare i piedi della simpaticissima Victoria Cabello, al tempo valletta assieme a Ilary Blasi.
Che tipo di ospitata sarà quella di John Travolta prevista per questo Sanremo 2024?
Al momento non è ancora dato saperlo, ma possiamo immaginare che sarà un momento nostalgico, anche in vista dei 70 anni del sempre affascinante attore.
Non vi sono dubbi che sarà un’ospitata piacevole, ma siamo sicuri che sia altrettanto necessaria?
Quando un attore o, in generale, un personaggio pubblico slegato dal campo musicale, sale sul palco dell’Ariston c’è sempre una forte sensazione.
Quella che non vengano adeguatamente “sfruttati” per raccontarsi in modo interessante ed arricchente, finendo per prestarsi a teatrini inutili e a volte anche scoraggianti.
Amadeus è, senz’altro, uno dei presentatori nonché direttori artistici più acclamati da telespettatori, dalla RAI e soprattutto dai discografici.
Questo perché ha avuto il coraggio di svecchiare Sanremo, come nessuno aveva mai fatto prima d’ora.
Anzi, lo ha proprio portato nel futuro, facendolo diventare lo show più cool ed atteso dell’anno.
Uno spettacolo lontano da quel programma invecchiato ed anacronistico che iniziava ad odorare di stantio.
Amadeus ha saputo comporre cast molto attraenti per ogni generazione, in cui ognuno può sentirsi davvero rappresentato, sia musicalmente che umanamente.
Componendo i suoi cast, ha sempre selezionato gli artisti più interessanti e di tendenza della scena musicale nostrana, dosando perfettamente anche la quota “vecchie glorie”.
Ma il suo più grande merito è forse quello di aver messo definitivamente la parola fine al classico stereotipo della “canzone sanremese”.
Amadeus ha capito che era necessario abbracciare la musica che l’Italia ascolta nel quotidiano, a costo di scombinare tutte le regole e portare anche l’autotune sul palco dell’Ariston.
E come mai non riesce a fare altrettanto quando si tratta di ospiti e superospiti?
Un unico grande neo delle edizioni di Sanremo targate Amadeus è proprio l’interpretare il gusto e le aspettative del pubblico italiano anche nell’aspetto degli ospiti.
Una cosa che non andava rivoluzionata dei vecchi Festival era proprio il dare spazio ai grandi artisti musicali internazionali.
L’eccellenza e le tendenze della musica italiana che incontrano l’eccellenza e le tendenze della musica internazionale, un connubio perfetto troppo sottovalutato da Amadeus.
Il pubblico che guarda il Festival di Sanremo si aspetta che vi sia una maggior attenzione nel selezionare ospiti MUSICALI di una certa caratura.
E quest’aspettativa, negli ultimi anni, viene puntualmente disattesa.
Ci sarà qualche sorpresa dell’ultimo momento che ci farà ricredere?