C’è il Lapo Elkann degli scandali, degli eccessi, delle copertine e degli articoli di giornale. E poi c’è il Lapo Elkann ‘persona’, ‘umano’, certo fragile ma ben distante da quel che emerge solitamente a livello mediatico. No, qui non si tratta di giustificare errori, dipendenze da droghe etc etc. Si tratta piuttosto di capire perché un uomo che ha avuto ogni cosa, dal punto di vista materiale, abbia finora avuto un’esistenza tanto tormentata. Tutto si potrebbe riassumere in una frase che lo stello Lapo ha pronunciato a Domenica In, dove il 17 gennaio ha rilasciato un’intervista che è stata un vero e proprio ‘pugno nello stomaco’: “Cresciuto in una gabbia dorata? Si, forte, bellissimo, ma sempre in gabbia ero”.
Mara Venier chiacchiera più con Lapo e meno con Elkann. Davanti alla telecamera si vede che il rampollo non è perfettamente a suo agio. E per fortuna, perché come tutti quelli non troppo avvezzi ai salotti tv risulta vero, sincero, spontaneo. Dietro all’eloquio felpato dell’imprenditore, sempre dosato (a volte prolisso), chi sa leggere tra le righe capisce quello che c’è da capire.
Lapo non si sofferma troppo sugli abusi di cui è stato vittima nell’infanzia, non si focalizza sui problemi avuti con le droghe, non scende in particolari morbosi relativi alle sue note vicende personali, seppur non li scansa. Non perché non voglia affrontare gli argomenti, non perché voglia uscirne bene, non perché si voglia nascondere. Ma perché il suo modo di comunicare è dignitoso ma non giustificante, ampolloso ma non fuorviante, complesso ma non ingannevole. Anche perché Lapo, nel bene e nel male, è complesso.
“Ho capito che dovevo spendermi per il noi e non più per l’io”, confessa, emozionandosi innanzi alle foto di famiglia con i fratelli e il padre: “Non era facile per lui fare il papà ma c’è sempre stato”. La commozione è reale, palpabile, di quella che imperla gli occhi. Lontana da quella troppo affettata che imperversa in tv dove quasi tutti fingono e in fondo a quasi nessuno batte realmente il cuore. Quello di Lapo batte sul serio e lo fa incespicare nelle parole. E questo è il bello, perché Elkann sa anche che l’uomo è imperfetto e quindi al diavolo la perfezione e viva chi dice di essere fragile: “Io lo sono, sono bilancia: fragile e ipersensibile”.
C’è anche da riflettere su un altro concetto: Lapo è una di quelle persone che ha subito più volte la gogna mediatica, eppure, a conti fatti, non ha mai fatto del male a nessuno, se non a se stesso. Riassumendo, un uomo che ha sbagliato molto, pagato tutto, e donato molto più di quel che ha ricevuto. E nonostante i tanti scivoloni, spesso rumorosi e dai contorni drammatici, ha sempre conservato eleganza e stile. Nessuno vuole incensarlo, ma forse non è nemmeno quel diavolo descritto in più occasioni.