Ci sono una marea di vip che in un’intervista sì e nell’altra pure vanno predicando l’accettazione di se stessi, il non vergognarsi di esibire fisicamente ciò che davvero si è e molti altri discorsetti patinati tanto encomiabili dal punto di vista puramente ideale, quanto falsi nell’atto pratico e concreto. Così capita che Laura Pausini annunci un nuovo brano, per la precisione la canzone “Ciao” (uscirà il 27 settembre), presentandosi sulla copertina con un’immagine che, francamente, è alquanto lontana dalla realtà.
Il giornalista Giuseppe Candela, firma di Dagospia e de Il Fatto Quotidiano, tramite un tweet ‘perfetto’, ha riassunto magistralmente qual è il nocciolo della questione: “Premesso che ognuno può scegliere come mostrarsi, questa non è Laura Pausini e lo sappiamo tutti. Ognuno ha le proprie insicurezze, va bene togliersi dei difetti con photoshop ma una star di quel calibro dovrebbe evitare queste figure“.
Come dare torto a Candela. Il problema non è photoshop (ognuno faccia ciò che gli pare), ma la discrepanza tra virtuale e reale. E, soprattutto, ciò che si va professando. Esempio? Questo è ciò che dichiarava la Pausini qualche mese fa: “Un cantante di 50 anni può rimanere lo stesso di sempre, ma a una donna viene chiesto di prendersi cura di se stessa, di essere camaleontica e cambiare. A volte mi domandano se non ho intenzione di rinnovare, che so, di diventare più sexy. Ma i cambiamenti li farò soltanto se li sentirò davvero miei, non per compiacere come mi vedono gli altri”.
Viene da chiedersi: ora ha iniziato a sfruttare in modo poderoso photoshop perché ha sentito che doveva cambiare oppure per dare un’immagine piuttosto longilinea e stereotipata che tanto piace al pubblico? Ognuno risponda come vuole. Come poc’anzi accennato, la questione è un’altra: in tv, nelle interviste, nei podcast, insomma, un po’ ovunque, c’è pieno di gente famosa (e anche non famosa a onor del vero) che predica bene e razzola male.
Ormai si è arrivati al punto in cui tutto vale il contrario di tutto: showgirl siliconate e dai connotati stravolti che mettono in guardia sulla chirurgia estetica, uomini che professano di amare la chiesa e di essere casti e puri che ce li si ritrova in festini lussuriosi, persone che sostengono di essere altruiste che si ritrovano sanzionate con oltre un milione di euro per casi opachi di beneficienza. Alé! Tutto fa brodo. E tutto fa business, anche se in pochi lo dicono apertamente.
Tornando alla Pausini, il problema non è photoshop, ma quel che si dice e quel che poi si fa. Se nella prossima intervista le verrà domandato se abbia stravolto la propria immagine per confezionare una copertina accattivante, dovrebbe rispondere che sì, lo ha fatto. La speranza è che non si avventuri in un discorsone sull’accettazione di sé. Dio ce ne scampi!