Il pubblico affezionato a L’Eredità, popolare quiz show di Rai Uno, non farà fatica a ricordare la parabola di Andrea Saccone; è uno degli ex campioni più amati del programma. Storico il suo abbraccio con Fabrizio Frizzi durante la puntata del 16 marzo 2018. Allora Saccone aveva 18 anni e si stava congedando dalla trasmissione, dopo aver trionfato per 14 puntate e aver messo in tasca 48mila euro (la cifra ancora oggi gli infonde rammarico in quanto, per le potenzialità mostrate, avrebbe potuto vincere di più).
Il suo percorso in tv fu sfolgorante, quello che privatamente avvenne dopo invece fu alquanto problematico. Saccone si montò la testa, come lui stesso ha raccontato in una lunga intervista rilasciata a TvBlog. Così arrivò un periodo buio, segnato dalla depressione. Ma si proceda con ordine. 16 marzo 2018, ultima puntata de L’Eredità per il ragazzo. Frizzi, che sarebbe deceduto 10 giorni dopo, lo abbracciò e gli disse: “Ora torna alla tua vita normale. Questa è stata una bella parentesi, ma alla fine è solo un gioco. Adesso dedicati agli obiettivi importanti per la tua vita. Tutti noi facciamo il tifo per te”.
Andrea Saccone: i trionfi a L’Eredità e il rammarico dei “soldi buttati”
Saccone, classe 1999 e nato a Cortona (Arezzo), restò nel quiz show due settimane, siglando il record di permanenza (poi battuto da altri concorrenti venuti dopo di lui). “Rimasi due settimane – ha spiegato l’ex campione -. Un tempo battuto anche perché dalla stagione successiva cambiarono il regolamento. Se prima poteva tornare a giocare solo il campione, dall’anno dopo l’opportunità si aprì ai tre finalisti. Detto ciò, voglio precisare che molti campioni recenti sono per me inarrivabili. Ad esempio, mi inchino di fronte a Massimo Cannoletta. Un fenomeno”.
Durante la sua esperienza vinse 48 mila euro. Non proprio noccioline, ma nemmeno una maxi cifra per le qualità che dimostrò di avere. Infatti Saccone ha un rimpianto per non essere riuscito a mettersi in tasca più denaro: “Ho siglato il record di puntate e dei soldi buttati. Rosico pesantemente. Quando vedevo altre persone che portavano a casa più soldi di me mi incavolavo”.
“Fui un cretino, mi montai la testa”
Saccone, dopo l’esperienza televisiva, subì un pesante contraccolpo psicologico. La notorietà gli diede alla testa e non riuscì a gestirsi nel modo migliore:
“Mi ero montato la testa, me la tiravo da morire. Se incontrassi l’Andrea 18enne lo prenderei a sberle. Sono andato a sbattere contro una realtà allucinante. Ebbi un picco altissimo, a cui seguì lo strapiombo e la depressione. Ti ritrovi da solo, senza sapere cosa fare del tuo futuro, mentre i tuoi coetanei, al contrario, lo sanno benissimo”.
L’Eredità gli procurò fama. Saccone ottenne anche un riconoscimento dal Comune di Cortona e anche il titolo di ‘simpatico d’Italia’ nell’ambito del Premio Simpatia – Oscar Capitolino. Inoltre fu candidato come aretino dell’anno, arrivando secondo. Nel frattempo smise di guardare il quiz show. Gli faceva un effetto strano. Ero stato campione con determinate regole e con un altro conduttore: “Non lo sentivo più mio; è come quando vai in vacanza in un posto. Ti diverti, ti trovi bene, ma difficilmente ci torni un’altra volta. Ad ogni modo, ho conosciuto anche Insinna, Conti e Liorni quando presi parte con altri concorrenti storici ad alcune puntate di beneficenza e a degli speciali. A quello su Sanremo arrivai fino in fondo, non dimezzai mai il montepremi, però non vinsi”.
Saccone e lo stop alle ospitate per ricordare Fabrizio Frizzi
Saccone ha poi spiegato che per tutti era inevitabilmente legato alla figura di Fabrizio Frizzi. In tantissimi lo invitarono per ricordare il compianto conduttore. A un certo punto, però, decise di dire stop alle ospitate. Motivo? “Percepivo un atteggiamento di compassione. Quando andavo nei programmi sapevo già cosa avrebbero raccontato. Mi andò bene per una, due volte. Poi mi resi conto che poteva sembrare che sfruttassi la morte di Fabrizio per apparire. Non mi sembrava il caso”.
Saccone, gli studi e il coming out: “Ero un cretino, non mi sapevo regolare”
Nel frattempo Saccone doveva decidere cosa fare del suo futuro, nel pieno della sbornia della fama acquisita. Conseguì la maturità con 100 e poi si iscrisse all’università. Fu un periodo non semplice: “Dopo la maturità non sapevo minimamente cosa fare. Vuoi o non vuoi, la fama ti cambia. Ero un cretino, non avevo la testa e non mi sapevo regolare. Tentai il test per entrare al Politecnico di Milano e lo passai, però durai un mese”.
E ancora: “Non avevo voglia di fare niente, è brutto da dire, lo so. Tornai a casa e provai con Scienze della Comunicazione a Perugia. Pure in questo caso smisi anzitempo. Morale della favola: rimasi fermo un anno e, dopo dodici mesi passati a non fare niente, scelsi il corso triennale di Matematica a Firenze”. Fu la scelta giusta. Alla fine riuscì a laurearsi in triennale con 106. Dopodiché si iscrisse a ingegneria matematica a Padova. Durò pochissimo e tornò a Firenze, dove intraprese la magistrale di matematica.
Durante l’anno di pausa, i suoi genitori si preoccuparono. “Non facevo niente – ha raccontato il ragazzo – ed ero odioso, lo ammetto. Inoltre, in quel periodo feci anche coming out, non mi sono fatto mancare niente (ride, ndr). Mio padre, vedendomi inattivo, mi propose di andare a lavorare con lui nell’azienda di famiglia. Abbiamo dei campi di pomodori. Davanti a certi orari e ritmi, preferii rituffarmi sui libri”.
I 48mila euro de L’Eredità mai incassati
Andrea ha poi riferito che i 48 mila euro vinti nel quiz show non li ha mai incassati. Non che non gli siano stati dati. Il premio è stato elargito, ma lui al momento lo ha ancora ‘congelato’ in banca. Non lo ha nemmeno convertito, ci sono i gettoni d’oro. Tolte le tasse, gli sono rimasti 30 mila euro ‘puliti’:
“Ho avuto fortuna perché venni ben consigliato. Mi spiegarono infatti che avrei potuto prendere i gettoni d’oro, o l’assegno già cambiato. Mi convinsero a scegliere la prima strada. L’oro è in banca e io non l’ho mai visto materialmente. Quando arrivarono i gettoni io ero a Milano per l’università. Ci pensò mia madre a metterli in cassaforte. Lei lavorava in banca e le affidai tutta la gestione. So che posso campare tranquillo, perché se un giorno avrò bisogno potrò usufruire di quel tesoretto”.