Questo non è esattamente il migliore dei momenti della lunga carriera televisiva di Giancarlo Magalli. Il conduttore è infatti, so malgrado, vittima sacrificale dei continui cambi di palinesto e sorprese dell’ultimo momento di Rai Due. La rete ha infatti attuato di recente una serie di modifiche che hanno reso la programmazione della sua ultima trasmissione, Una parola di troppo, decisamente schizofrenica. Ed è una parola che non stiamo utilizzando noi, ma che arriva dritta dal suo profilo Facebook ufficiale.
“Mi vergogno a dirlo, anche se non è colpa mia, ma oggi ‘Una Parola di Troppo’ non ci sarà, domani nemmeno, lunedì sì e forse martedì no” queste le parole che Magalli aveva scritto qualche giorno fa, con il dente avvelenato. Uno sfogo dopo tutto comprensibile, visto e considerato quanto il pubblico televisivo sia abituato ad un certo tipo di programmazione. E Magalli lo sa bene, visto e considerato che per anni è stato il puntualissimo volto del mezzogiorno di Rai Due.
Le parole molto dure di Giancarlo Magalli hanno immediatamente trovato eco in alcuni suoi stimati colleghi. Fra i commenti sono apparsi tra gli altri anche Attilio Romita, ex mezzobusto del TG1 che ha risposto: “Caro Giancarlo, hai tutta la mia solidarietà’. Non dico altro perché’ ho già’ pagato abbastanza sulla mia pelle il dissenso in tanti anni di Rai”.
A quanto pare, in ogni caso, Giancarlo Magalli in realtà non ce l’aveva con nessuno in particolare. O, per meglio dire, il suo post Facebook era molto meno polemico di quello che ci saremmo potuti aspettare. Intervistato in esclusiva da ADKKronos, infatti, Magalli ha avuto modo di spiegare in maniera più strutturata la sua posizione. Ecco le sue parole:
Non c’è alcun attacco alla Rai, ho solo fatto un post su Facebook per scusarmi con i tanti telespettatori che mi scrivono chiedendomi i motivi delle frequenti cancellazioni del programma. Qualcuno doveva pur farlo.
A questo punto Magalli sottolinea come tutta la vicenda, in realtà, si sarebbe potuta risolvere in modo molto più semplice. La colpa di questo “caso” se così lo vogliamo chiamare, sarebbe da attribuire alla stampa:
Si tratta della solita vicenda che viene ingigantita, allargata, da vari siti che vogliono fare sensazionalismo – dice Magalli – Non ho nulla contro la Rai, anzi. Invece di ‘schizofrenica’ avrei potuto dire ‘fantasiosa, ma non sarebbe cambiato nulla.
Certo, il post Facebook da cui tutto è scaturito sarà pure stato interpretato male. Ma dopo tutto, come si dice, “a pensare male si fa peccato, ma si indovina sempre”.