Malika Ayane è pronta a debuttare con il suo libro: “Ansia Da Felicità“. In occasione dell’uscita del suo primo lavoro da autrice, la cantante ha rilasciato un’intervista a La Stampa nella quale si è raccontata a tutto tondo affrontando molteplici argomenti. Inoltre, parlando di come si trovi ormai in disaccordo con il concetto stesso di monogamia, ne ha approfittato per lanciare anche una velata frecciatina ai suoi ex. Gli uomini protagonisti dei suoi racconti, infatti, sono rappresentati in modo non proprio brillante e, a quanto pare, questa descrizione rispecchierebbe in qualche modo la realtà:
In effetti ho sciorinato un bel filotto di disadattati. Scherzi a parte, credo che i maschi abbiano un problema importante in questo momento storico in cui si è sviluppata l’autonomia femminile.
Insomma, una stoccata bella e buona agli uomini che hanno fatto parte della vita della cantante, uno tra tutti Cesare Cremonini, il noto cantautore. I due sono stati insieme circa un anno, dal 2009 al 2010, e dalla relazione nacque anche una collaborazione nel fortunato brano “Hello”. A quanto para, la coppia si sarebbe lasciata a causa della presunta immaturità del bolognese all’epoca rispetto a Malika, che, invece, era già una madre di una bambina di 7 anni. Tuttavia, nel corso degli anni, entrambi si sono costantemente elogiati a vicenda, esprimendo parole che hanno messo in evidenza soprattutto la reciproca ammirazione nel campo della musica.
Nel 2011, poi, si è sposata in gran segreto a Las Vegas con il regista Federico Burgia, ma il matrimonio è naufragato dopo circa cinque anni. Dopo la separazione, ha avuto una relazione con il suo ex manager, Claudio Fratini, durata dal 2018 al 2022. Ebbene, oggi, qual è il pensiero di Malika riguardo l’amore?
Durante il lockdown ho scritto una canzone, che i discografici non hanno apprezzato. Diceva ‘l’amore è una possibilità, non l’unica’. Mi chiedo che senso ha pensare solo alla monogamia Abbiamo intorno la palese dimostrazione che non funziona. Le coppie scoppiano. Ci sono quelli che si separano da dio, ma ne ho conosciuti pochi. Di solito avviene il contrario. Eppure se usciamo dagli schemi tradizionali della sfera affettiva stiamo male, ci portiamo dietro strascichi di dolore immensi. Perché non dedicarsi a un sano individualismo? Alla bellezza del vivere da soli. Vuoi mettere il piacere di fare la prima, lunghissima, pipì del mattino in un bagno che non usa nessun altro?
Dopodiché, la voce di “Come foglie” ha spiegato meglio quale significato si nasconde dietro il titolo del suo libro, “Ansia da felicità“. Una pressione imposta dalla società, di cui anche lei è spesso stata vittima:
Un vago e potente senso di colpa verso qualsiasi tipo di soddisfazione. È molto radicato nella società cattolica e lo sento persino io che ho un padre musulmano e parte della famiglia ebrea. O ci dobbiamo pentire della gioia, o siamo preda dell’ansia di soddisfare canoni, di entrare in determinate caselle, di sentirci all’altezza. È quella maledizione del lieto fine con cui siamo cresciuti. Nelle favole è una regola, ma nella realtà è un bel viatico per l’infelicità.
Ma, parlando di felicità, quando Malika riesce a sentire questa sensazione? “Sicuramente sono felice sul palco, completamente connessa con i musicisti, il pubblico. Però, indipendentemente dal contesto, la felicità è riuscire ad essere nel qui e ora”, ha risposto, aggiungendo come uno dei suoi più grandi timori rimanga il non riuscire a godersi del tempo concessogli in questa terra.
Infine, tornando all’amore, oggi Malika pare essere single e, scherzando, ha raccontato di un appuntamento alquanto catastrofico: “Mi è capitato di uscire con un uomo bellissimo. Di quelli che li vedi e capisci il concetto di perfezione. A tavola gli ho chiesto, tipo test, se preferisse (Chet) Baker o (Miles) Davies. Lui ha risposto Boris Becker tutta la vita”.