Tutto è pronto per il tanto atteso come back discografico dei Maneskin, che il prossimo 20 gennaio pubblicheranno il loro nuovo disco, intitolato Rush!. All’interno dell’album, i fan della band di Damiano, Thomas, Ethan e Victoria troveranno tutti gli ultimi singoli del gruppo (Gossip, Supermodel, Mammamia e The Loneliest) oltre ad altre 13 canzoni inedite, molte delle quali in inglese.
Ovviamente, i fedelissimi follower del gruppo, ormai lanciato anche verso il mercato estero, non vedono l’ora di poter ascoltare i nuovi pezzi della band. Tuttavia, la stampa e alcuni addetti del settore nello specifico non possono dire lo stesso. Già, perché la band è in queste ore al centro del fuoco incrociato di alcuni giornalisti (anche internazionali) e di esperti di musica che, per usare un eufemismo, non apprezzano particolarmente il loro lavoro.
La nota rivista di settore statunitense The Atlantic, per esempio, ha ascoltato il nuovo disco dei Maneskin in anteprima, stroncandolo senza alcuna pietà. Sul magazine a riguardo di Rush! si legge quanto segue:
“Questa è la rock band che dovrebbe salvare il Rock and Roll? […] Certamente i Maneskin fanno musica con ingredienti molto audaci. Ma il primo album in gran parte in inglese dei Maneskin in uscita venerdì, Rush!, dimostra con forza come in realtà il fascino della band non sia la loro musica. […] I brani dei Maneskin sono evidentemente riciclati, palesemente mediocri, tanto che l’idea del gruppo che accende una guerra culturale tra rock e pop, e con essa, stereotipi su realtà e falsità, passione e prodotto, sembra tragica nella migliore delle ipotesi.”
La rivista, senza troppi giri di parole, accusa la band di aver in buona sostanza copiato lo stile di alcuni altri celebri gruppi pop-rock, come per esempio di Jet (quelli di Are you gonna be my girl?). Secondo The Atlantic, inoltre, anche i testi che cercano in qualche modo di affrontare certi tabù risultano essere semplicemente “timidi tentativi di scioccare e provocare fastidio”.
L’affondo del violinista Vito Ughi
Se i Maneskin possono vantare un grande seguito soprattutto da parte del loro giovane pubblico femminile, non si può certo dire che godano di particolare stima da chi di musica rock si intende per davvero (basta farsi un giro nei commenti di certe pagine social come, per esempio, Giovanni all’heavy). Anche chi si occupa di musica classica, ad ogni modo, non è certo mai stato accomodante con i commenti a loro rivolti. Questo, ad esempio, è il caso del violinista Uto Ughi, che nelle scorse ore si è reso protagonista di un durissimo sfogo nei loro confronti.
Durante una recente presentazione tenutasi presso la Sala delle Lupe del Comune di Siena, il violinista ha commentato:
“Sono un insulto alla cultura e all’arte. Non ce l’ho particolarmente con i Maneskin, ogni genere ha il diritto di esistere, però quando fanno musica e non urlano e basta.”