Non tutti hanno speso belle parole per Maurizio Costanzo dopo la sua morte, avvenuta all’improvviso a causa di alcuni problemi di salute venerdì 24 febbraio 2023. Tra i tanti omaggi al giornalista scomparso in televisione, sui giornali e sui social network, c’è chi ha preferito ricordarlo in maniera negativa. Stiamo parlando di Aldo Grasso, il critico televisivo più famoso in Italia, che non è mai stato un grande estimatore del marito di Maria De Filippi.
In un’intervista rilasciata al portale MOW Grasso ha letteralmente fatto a fette Maurizio Costanzo in seguito alla sua scomparsa. “Sicuramente ha portato in Italia un genere nuovo, ma non sono mai stato entusiasta della sua televisione. Certo, era un grandissimo professionista, ma…”, ha affermato Grasso per poi aggiungere:
“La sua era una Tv da uomo di potere. Amico della sinistra e amico di Silvio Berlusconi, consulente di tutti gli uomini politici e anche delle principali imprese italiane, insomma aveva la capacità di tenere sempre il piede in più scarpe. Certo ha creato dei personaggi che sono sopravvissuti, ma ha creato anche dei mostri, nel senso di persone esaltate, fuori di testa, e proprio a causa delle apparizioni al Costanzo Show”
Aldo Grasso non ha mai apprezzato neppure la televisione di Maria De Filippi – scoperta appunto da Maurizio Costanzo – e tante volte ha criticato i suoi show che ormai sono una garanzia per Mediaset e per Canale 5.
Aldo Grasso ha poi rivelato di aver ricevuto in questi anni tanti inviti a prendere parte al Maurizio Costanzo Show ma di averli rifiutati tutti. Infine ha svelato:
“La verità? Il personaggio mi piaceva moltissimo, ma non mi piaceva la persona. Uno iscritto alla P2, uno che ha intervistato Licio Gelli, l’abbiamo rimosso?”
Maurizio Costanzo e lo scandalo della P2
La biografia di Maurizio Costanzo ha un capitolo spesso dimenticato, di cui il diretto interessato si è però assunto la responsabilità: quello dell’affiliazione alla P2, la loggia Propaganda 2 di Licio Gelli, che aveva l’obiettivo di sovvertire l’ordine democratico.
Quando gli elenchi degli iscritti vennero trovati dai magistrati Giuliano Turone e Gherardo Colombo, inizialmente Costanzo negò l’affiliazione. Poi fece dietrofront e ammise tutto in una intervista a Giampaolo Pansa, in cui si definì un cretino, dicendo di aver accettato l’iscrizione per una leggerezza e senza capire davvero a cosa si stava affiliando.
Nel 1980 – circa un anno prima del ritrovamento degli elenchi – Maurizio intervistò Licio Gelli per una serie che doveva apparire sul Corriere della Sera. L’intervista, pubblicata sulla terza pagina, venne consegnata all’ultimo e senza avvertire in anticipo chi era l’intervistato.
Il direttore seppe che si trattava di Gelli solo due giorni prima della stampa e la raccomandazione era di non tagliare o rimaneggiare il testo. Inoltre, Costanzo scelse anche il titolo e il sommario.
Nel processo per il crack del Banco Ambrosiano, Costanzo venne ascoltato come testimone nel 1991 e parlando della P2 negò di averlo fatto con prospettive di carriera perché “in quel momento io avevo una rubrica televisiva di grande successo, una rubrica fissa su un settimanale come L’Europeo, avevo da poco diretto un film, certo non ero di carriera”.
Si giustificò sostenendo che viveva un momento psicologico privato molto duro, fatto “di separazioni, cose del genere e siccome non avevo motivo di ritenere che non fosse Massoneria la Loggia P2, il fatto della solidarietà, psicologicamente in un momento in cui ero attraversato da un grande successo, che può essere un po’ destabilizzante, non mi dispiaceva”.