Che succede a Mediaset? Pare che nei corridoi degli studi di Cologno Monzese si respiri un certo nervosismo. E pare pure che da tale clima sia stato investito il sempre pacato Gerry Scotti, che da anni è una delle colonne portanti di Canale Cinque. Secondo Dagospia, il conduttore sembra “più agitato del solito”. Sempre secondo quanto rivelato dal portale diretto da Roberto D’Agostino, il presunto mal di pancia di Gerry potrebbe essere dettato dal fatto che Caduta Libera, quiz show preserale della rete ammiraglia del Biscione che sta raccogliendo dati non proprio soddisfacenti, non avrebbe un traino adeguato.
“Dietro le quinte si avverte un nervosismo mai visto intorno al conduttore. C’entra qualcosa il traino di Myrta Merlino?”, scrive Dagospia, avanzando l’ipotesi che Scotti non sarebbe soddisfatto di come stiano andando le cose. Ma si faccia un passo indietro.
Poche settimane fa ‘Zio’ Gerry, senza se e senza ma, ha criticato la decisione dei vertici di Cologno Monzese di mandare in onda in modo alternato le puntate nuove e le repliche di Caduta Libera. Ora è cominciata la nuova stagione tv e sono trasmesse soltanto puntate inedite. Eppure i risultati stentano ad arrivare. Il quiz show prende la linea da Pomeriggio Cinque di Myrta Merlino e…
Ed è qui che iniziano i ‘dolori’. Dopo un’ottima partenza, il talk che fu di Barbara d’Urso sta registrando ascolti tutt’altro che entusiasmanti (nel segmento finale si attesta al di sotto del 13/14% di share). Ecco perché si parla di traino svantaggioso per Caduta Libera.
E il traino, in tv, non è mica poco perché un discorso è prendere la linea da un programma che registra il 16/17% di share, un altro è prenderla da uno che boccheggia per quel che riguarda gli ascolti. C’è però da evidenziare che Caduta Libera è da mesi che non splende. Non si può parlare di floppissimo, ma di mezzo flop sì.
All’inizio della nuova stagione il programma nella prima parte supera a fatica il milione di utenti e nella seconda non sfonda i due milioni. Va fortissimo invece il competitor di Rai Uno rappresentato da Reazione a Catena e orchestrato da Marco Liorni.