Non solo Fedez, ma anche Michele Bravi al Concertone del Primo Maggio ha voluto esprimere liberamente la sua opinione. Il monologo sul politicamente corretto di Pio e Amedeo a Felicissima Sera ha fatto molto discutere. Secondo i due comici pugliesi, l’uso di parole come ‘neg**’ e ‘froc***’ dipenderebbe solo dalle intenzioni. Oggi conterebbero più quest’ultime che il significato che ci si mette dentro. Proprio sul palco del festival musicale, che dal 1990 è organizzato annualmente in occasione della Festa del Lavoro, Michele Bravi ha lanciato una stoccata a Pio e Amedeo:
“Qualcuno ha detto che l’intenzione è molto più importante delle parole che si usano, io da cantautore uso le parole per raccontare la visione creativa del mondo le parole scrivono la storia, anche quelle più leggere possano avere un peso da sostenere enorme”
Per il cantante le parole sono importanti quanto le intenzioni e la community LGBT+ lo sa molto bene. Poi ha confessato:
“Io ci ho messo tanti anni a trovare le parole giuste per raccontare l’amore per un ragazzo”
Pio e Amedeo hanno toppato alla grande e nel loro monologo non c’era nulla di cui ridere o scherzare. Il coming out di Michele Bravi non c’è mai stato. L’artista confessò, in una intervista a Vanity Fair, con grande tranquillità di avere avuto una relazione di due anni con un ragazzo. Per lui è stato il primo vero amore ed è stata la prima volta che ha sentito che un pezzo della sua vita si attaccava a un’altra persona.
Il sostegno alla legge contro l’omotransfobia ha e continua a riguardare sempre più esponenti del mondo della musica. Michele Bravi, in diverse occasioni, ha dichiarato che l’Italia ha bisogno di una legge che difenda da atti discriminatori e violenti. Eppure c’è stato il tentativo di affrontare l’omotransfobia come un atto archiviato e risolto. E questo è pericoloso e imprudente.
Secondo il secondo classificato ad Amici Speciali, quando si parla di diritti umani non c’è un ‘più importante’ o un ‘meno importante’, esiste solo la speranza di chi affida nelle mani dello Stato la necessità di riconoscere una protezione alla propria libertà e, quindi, dar modo ad un disegno di legge di attuarsi concretamente senza interruzioni ingiustificate.