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Helena Seger e Zlatan Ibrahimovic sono una coppia rodatissima. La scintilla tra i due è scoccata nel lontano 2001. All’epoca il calciatore aveva 20 anni mentre la modella, classe 1970, ne aveva 31, avendo 11 anni di differenza rispetto a al compagno. Compagno, appunto, e non marito. L’atleta svedese ed Helena infatti, nonostante spesso si parli di ‘moglie di Ibrah’, non si sono mai sposati. Il matrimonio non si è mai celebrato. A non mancare nella coppia, invece, i figli: Zlatan e la Seger sono genitori di Maximiliam e Vincent, nati rispettivamente del 2006 e nel 2008.

Helena Seger, mai una parola sul gossip che ha interessato Ibrahimovic e Diletta Leotta

La scorsa estate, e pure a Capodanno 2020, il gossip ‘nostrano’ ha mormorato di un presunto flirt clandestino tra Zlatan e Diletta Leotta (oggi felice accanto alla star turca Can Yaman). La conduttrice di Dazn e il calciatore si sono conosciuti sul set di uno spot pubblicitario. La cronaca rosa ha pure parlato di cene ‘segrete’ e incontri top secret. Il tutto non ha trovato alcuna prova concreta e al momento, della presunta liaison, non resta che una voce non supportata da fatti certi.

Sulla vicenda Helena non è mai intervenuta pubblicamente: nulla di nuovo, visto che da sempre l’ex modella è riservatissima e non concede mai dichiarazioni circa la sua vita privata. Medesima scelta di Ibrah, che si tiene lontano anni luce dalla cronaca rosa. Non è comunque la prima volta che sullo svedese si prova a ‘ricamare’. Anche in passato zero prove di presunti tradimenti e zero prese di posizione ufficiali da parte di Zlatan e della Seger. Insomma, il loro privato è un bunker inscalfibile, il resto sono briciole.

Ibrahimovic e la ‘moglie’ Helena: il patto relativo ai figli e l’educazione ferrea di papà Zlatan

Fonti vicine alla coppia sostengono che la Seger, nonostante le agiate condizioni economiche di cui dispone e i tanti impegni professionali sostenuti, si sia sempre occupata in prima persona della crescita e della formazione dei figli, naturalmente con l’aiuto di Zlatan. Dunque nessuna baby sitter e nessuna tata in casa Ibra. Ma c’è di più: sempre i ben informati che conoscono la coppia assicurano che tra i due svedesi ci sia un patto confidenziale in cui c’è un accordo che impegna l’atleta ad occuparsi dei due ragazzi una volta che annuncerà il ritiro da calciatore professionista.

Altra curiosità circa l’educazione dei figli impartita dalla coppia, l’ha fornita lo stesso Ibra in una recente intervista rilasciata a Vanity Fair. Se qualcuno pensa che gli ‘Zlatan-Junior’ abbiano vita facile perché sono figli di un fenomeno del calcio si sbagliano di grosso. Questo il ‘diktat’ che l’asso svedese ha imposto:

“Insegno loro che bisogna giocare per vincere. I miei ragazzi se perdono si arrabbiano molto. Mi somigliano. […] Non li lascio vincere. Devono guadagnarsi la vittoria, nella vita nessuno ti regala niente. Accade di perdere o arrivare secondi e non è una tragedia, ma non ci si deve abituare alla sconfitta”.

Ibrahimovic e la triste storia si Hajrudin Kamenjasdel, bimbo di 8 anni malato di leucemia che mai riuscì ad incontrarlo

Nel 2013, Hajrudin Kamenjas, bimbo bosniaco di 8 anni malato di leucemia, è morto. Il caso ha fatto parecchio rumore perché il giovane era un fan di Ibrahimovic che non riuscì mai ad incontrarlo. Ci fu un qui pro quo, anche sulla stampa e ad un certo punto sembrò che il fuoriclasse svedese avesse trascurato la questione. Ma non fu così.

Quello che voglio di più in questo momento è realizzare l’ultimo desiderio di mio figlio Hajrudin. Sogna da tanto tempo di poter incontrare Ibrahimovic”, l’appello che la madre di Hajrudin fece a mezzo stampa. Un sogno che pareva ormai essere vicinissimo quando il piccolo volò a Parigi per assistere alla partita di Champions League Psg (squadra in cui militava Zlatan) contro Benfica.

Al termine del match, però, Ibra non incontrò il bimbo. A riportare la notizia fu il Daily Mail che sostenne che il calciatore si disse “troppo impegnato” per far visita al suo fan. Piovvero critiche da ogni dove, ma in seguito si scoprì che la verità fu un’altra.

Ibra non aveva colpe perché non era stato manco informato che Hajrudin si fosse recato a Parigi per vederlo. Il retroscena fu raccontato dal quotidiano di Sarajevo, ‘Dnevni avaz’, che scrisse che l’attivista umanitaria Tehvida Thea Rekic, organizzatrice del viaggio, non aveva preso accordi, né ricevuto inviti concreti da nessuno, né dal club parigino e tantomeno dallo staff di Zlatan. Insomma, la notizia allo svedese non arrivò mai e dunque il sogno di Hajrudin si infranse.

“E’ una cosa tristissima – spiegava il calciatore ai media bosniaci, dopo aver saputo del malinsteso -. Ogni settimana ricevo richieste del genere e voglio provare a fare felici tutti. Vedrò cosa posso fare per questo bambino”.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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