Perché Morgan è stato sfrattato: le ultime parole dell’artista
Alla fine è successo davvero: nonostante le richieste e le collette dell’ultimo minuto Morgan è stato sfrattato dalla sua casa. Marco Castoldi è stato costretto a lasciare la sua abitazione martedì 25 giugno, alla presenza dell’ufficiale giudiziario e della Polizia di Stato. La casa dell’artista è stata pignorata in seguito ad alcuni debiti contratti dal diretto interessato nei confronti dello Stato. Debiti che, a detta di Morgan, non sarebbero dipesi della sua volontà. Nonostante lo sfratto definitivo, il Tribunale ha concesso all’ex cantante dei Bluvertigo ancora un po’ di tempo per trasportare altrove tutti i suoi effetti personali, compresi i quadri, gli strumenti musicali e ogni cosa a lui cara. La struttura di Monza non era una semplice casa per Morgan ma pure il suo luogo di lavoro, dove da sempre scriveva e componeva le sue canzoni.
L’attacco di Morgan ai suoi colleghi dopo lo sfratto
Durante lo sfratto non sono mancati da parte di Morgan lamentele e battibecchi con il custode giudiziario ma tutto si è svolto in piena regola. E al termine delle operazioni, il cantante ha voluto rilasciare alla stampa delle lunghe dichiarazioni, nelle quali è tornato ad attaccare l’ex compagna Asia Argento ma anche alcuni colleghi famosi quali Vasco Rossi, Jovanotti e Luciano Ligabue. “Ho fatto un sacco di soldi e per quello la gente voleva soldi da me, poi mi hanno denunciato perché non avevo più soldi. Tra questi c’e’ una che inizia con la A ed è quella che ha firmato questo sgombero per sadismo, perché è cattiva, lei non ha bisogno di quei soldi”, ha detto Morgan, che qualche giorno fa era stato colpito da un malore, tanto che lo sfratto era stato rinviato.
Morgan si scaglia contro i suoi colleghi cantanti
Non solo Asia Argento, dalla quale ha avuto la primogenita Anna Lou, Morgan si è scagliato pure con alcuni dei suoi colleghi dopo lo sfratto. “Non sono amici, sono degli egoisti, individualisti che devono fare il disco: tutti, da Vasco a Ligabue e Jovanotti, loro hanno come priorità il loro disco, come se al mondo importasse. Io, invece, gli ho suggerito di pensare a una formula diversa. Non li ho chiamati perché non credo di avere i loro numeri perché ho quelli dei loro segretari. Riuscire ad avere il numero di Jovanotti penso che dovrei passare da una quarantina di segretari e poi arriverei a lui che quel giorno, però, non ci sarebbe perché deve fare il disco”, ha sottolineato.