La morte di Diego Armando Maradona, a distanza di circa un mese dalla scomparsa avvenuta il 25 novembre 2020, continua a mostrare risvolti misteriosi che restano a oggi in attesa di essere risolti. Oltre alle accuse di alcuni suoi familiari, che sono convinti che non sia stato curato a dovere nei suoi ultimi giorni di vita – quelli seguiti all’operazione al cervello -, ora spuntano le dichiarazioni di Alfredo Cahe, storico medico personale del Pibe de Oro (lo ha avuto come paziente per circa 30 anni). E si tratta di esternazioni che sono destinate a sollevare ulteriori dubbi e domande sulla vicenda.
Intervistato in tv dalle trasmissioni “Intratables” e “Confrontados”, Cahe ha parlato delle ragioni dei disturbi del linguaggio di Diego. Non solo: ha pure criticato le cure dategli nell’ultimo periodo della sua vita. A far ancor più rumore sono state però le parole su un presunto tentato suicidio di Maradona a Cuba, oltre al fatto che secondo Cahe l’ex calciatore sudamericano sarebbe andato incontro a una sorta di suicidio dopo aver subito l‘intervento chirurgico al cervello.
Il dottore ha quindi narrato che un giorno, a Cuba, Maradona si sarebbe lanciato con il proprio veicolo contro un autobus. Sempre seguendo la versione del medico, Diego scampò la tragedia per un soffio:
“Lì gli autobus pubblici sono chiamati guagua. In un’occasione Diego ne puntò uno con la sua auto cercando di uccidersi. A noi disse: ‘Non l’ho visto, me lo sono trovato di fronte’. Ma è stato salvato per miracolo”.
Cahe passa quindi a criticare le cure che vennero date a El Diez. Nella fattispecie ha sostenuto che le sostanze psicofarmacologiche che stava assumendo non erano affatto idonee alla sua situazione sanitaria. Inoltre ha rimarcato che Maradona avrebbe dovuto godere di pace, riposo e tranquillità. Una situazione che non avrebbe potuto essere risolta con l’assunzione di farmaci, ha sottolineato il dottore.
Il medico ha aggiunto pure che spinse per far si che il Pibe de Oro facesse ritorno a L’Avana, a Cuba, dopo la delicata operazione a cui si sottopose lo scorso 4 novembre. Un consiglio che suggerì anche a Leopoldo Luque. Evidentemente la sua idea rimase inascoltata e inattuata.
Quindi l’ipotesi che a volersi spegnere per sempre sia stato il medesimo Maradona. “Per me la sua morte è stata un suicidio. Diego era stanco di vivere e si è lasciato andare. Non ce la faceva più”, ha chiosato Cahe, ribadendo che le persone che gli sono state attorno negli ultimi giorni di vita “non si sono prese cura di lui come avrebbero dovuto”.
“L’ultima volta che l’ho visto Diego era completamente sedato e non mi è stato permesso di parlare con nessuno”, ha concluso Cahe.