Natalia Paragoni, una delle ex corteggiatrici più amate di Uomini e Donne, di recente ha parlato apertamente del difficile periodo vissuto dopo aver partorito sua figlia Ginevra. La compagna dell’ex tronista Andrea Zelletta si è confessata al podcast 1% Donna, conversando con Jessica Minelli. La giovane mamma ha spiegato di aver vissuto un periodo difficilissimo dopo la nascita della piccina in quanto è stata travolta dalla depressione post partum. In particolare, la Paragoni ha raccontato i dettagli del momento di difficoltà, rivelando come si può precipitare in una fase buia. Ha anche aggiunto che è arrivata a rifiutare di vedere la figlia. Grazie all’aiuto dei suoi familiari più stretti e di alcune figure professionali, è riuscita a ritrovarsi e a vivere serenamente la maternità.
“Il primo periodo della gravidanza ho avuto degli sfoghi, nausee parecchie. Ho avuto dei cambiamenti ed ero molto nervosa. Apri l’armadio e non ti entra niente, ero nel panico totale”, ha narrato l’ex corteggiatrice di UeD in riferimento al cambiamento del suo corpo durante e dopo la gravidanza. Quindi ha aggiunto che ha avuto dei momenti di down in quanto non era serena nel mostrarsi agli altri: “Una piccola parte lo fa anche mostrare noi, la nostra sicurezza e io non mi sentivo sicura in quel momento. Per me è stata la cosa peggiore in quel momento. Avere la forza di dire “vado, sono fiera di quella che sono”. Mi mancava proprio quel passaggio. Dovevo essere leggera invece non c’era la leggerezza, tutta una serie di cose che mi ha fatto sbottare”.
Per quel che riguarda il parto, Natalia ha spiegato che è stato “bellissimo”, ma che è consapevole che non è così per tutte le donne. Per lei i problemi sono iniziati dopo la nascita della bimba. Si è ritrovata spaesata e fragile dal punto di vista mentale. Quella relativa alla depressione post partum è un’esperienza comune per molte neo mamme. Nonostante il fenomeno colpisca tante donne, ancora oggi se ne parla poco e si tende a non comprenderlo fino in fondo. Così la Paragoni:
“Il parto è stato bellissimo. Io dico bellissimo… ma è stata una mia esperienza, ecco, non per tutte è così. Mi sono ancora più unita al mio ragazzo, un’esperienza indimenticabile. Dopo che è nata Ginevra, il mio lavoro era tranquillo, io ero sola. Non stavo bene. Mi sentivo meno sicura, con una bambina che mi guardava, non mi guardava, non sapevo cosa fare in quel momento. Il mio ragazzo lavorava, faceva il dj in quel periodo e io ero sola. Stavo a casa dei miei genitori, nel momento in cui lui non c’era io ero nel panico più totale. Avevo un rifiuto, non avevo proprio voglia di vederla, di sentirla. Quel pianto mi faceva piangere. Ero stanca, mi faceva male tutto”.
Natalia ha ricordato come in quella fase della sua vita non fosse se stessa. L’essere madre l’ha gettata nella confusione. Aveva bisogno d’aiuto, ma, come troppo spesso capita, le persone non hanno compreso che una donna che ha da poco partorito vive emozioni contrastanti e ha esigenze e paure che possono minare la sua serenità in modo pesante. L’ex volto di UeD ha anche criticato apertamente la società italiana, sostenendo che non ci sono ancora strumenti e sostegni soddisfacenti per accompagnare le neo madri verso il percorso che le attende:
“È un momento in cui non sei te stessa, non puoi pensare a te stessa, tu ti annulli. Poi tutti guardano la bambina. “Io chi sono” dicevo? Perché non date una mano a me? Mia madre l’ha capito giustamente essendo donna e ha spiegato tutto ad Andrea che mi vedeva piangere. Lui è stato importantissimo. Mi dava lo sprint: “Adesso devi reagire, sei mamma, hai fatto questo”. Ho iniziato a capire che quello scricciolo serve a qualcosa oltre a darti un amore immenso. Però fino a quel momento vedi tutto nero. Non lo auguro a nessuno. La mia è stata una cosa lieve, però sento delle esperienze che sono molto molto peggio. Mi dispiace perché viviamo in uno Stato che non aiuta per niente in questa cosa. Se ne parla poco e non c’è sostegno. La sera quando ho partorito dopo 12/14 ore di travaglio ero morta e non c’era nessuno che mi potesse tenere la bambina. E potrebbe succedere la qualunque, se ne sentono tante. Ci rimango malissimo. Non c’è nessuno che ci dà una mano in quel momento difficilissimo. Io voglio un attimo chiudere gli occhi e invece no. Devi pensare ad allattare subito. Se non allatti allora sei una persona cattiva”.
La Paragoni ha aggiunto altri dettagli inerenti alla sua esperienza, sottolineando nuovamente che in Italia non c’è un’organizzazione a livello statale in grado di aiutare le donne che hanno da poco partorito. Lei, per avere sostegno, ha dovuto affidarsi a un professionista, pagandolo. Giustamente ha sottolineato che, però, non tutte le famiglie possono permettersi di sborsare denaro per farsi seguire:
“Problemi, dolori e nessuno che mi dà una mano. Nessuno ad ascoltarti. Non c’è uno psicologo che viene dopo il parto a dirti guarda che potrebbe succederti questo, se hai bisogno chiama me. Nella sanità non c’è questo. Io ho dovuto pagare per essere tranquilla. Ma chi non se lo può permettere? Ed è brutto da dire… io devo stare sveglia h24. Non ci sono più puericultrici. Non c’è più personale. Vedevo persone che stavano malissimo. Io ho preso questa stanza privata, c’era mia madre, se volevo dormire c’era chi guardava mia figlia”.
L’ex corteggiatrice ha poi raccontato di quando ha deciso di avere una figlia. In particolare, si è convinta dopo aver fatto un viaggio in Madagascar dove ha visto tanta povertà. Ma anche tanto amore:
Abbiamo voluto Ginevra. Ho sempre avuto l’istinto materno, ho sempre voluto un bambino presto, però giustamente le cose si fanno in due quindi ho aspettato. Ho aspettato anche i tempi di Andrea. In Madagascar ho visto dei bambini che non hanno niente, hanno solo la felicità di vivere con i loro genitori, vivono nel modo più terra terra possibile. Ho detto: “Perché io mi faccio dei complessi mentali anche a causa della società in cui viviamo che i bambini devono avere tutto per forza? Devono avere un tetto d’oro dove stare, devono avere la stabilità economica, devono esserci tante cose””.
Una volta tornata dall’Africa, Natalia ha cambiato pensiero e si è convinta che alcune riflessioni la bloccavano. Così, assieme a Zelletta si è buttata e ha fatto di tutto per mettere su famiglia. Missione compiuta! Così la Paragoni sulla questione:
“Io mi ero creata questa casa d’oro nella mia testa e ho pensato: “Io ho comprato casa adesso, ma cosa mi manca? Non mi manca nulla, sono felice, ho un uomo che potrebbe fare benissimo da padre e che mi rispetta, perché non devo fare un bambino? Mi metto in testa cose che non hanno senso”. Non se lo fanno loro il problema che non hanno niente e ce lo facciamo noi in una società dove abbiamo praticamente tutto oggi. Quindi ci proviamo ed è nata Ginevra. L’ho scoperto a dicembre, è stata una bellissima notizia”.