Nina Moric che fine ha fatto? “Sono ai domiciliari”. La risposta ironica dell’ex moglie di Corona. Intanto Fabrizio ha lasciato il carcere
Nina Moric, rispetto a diversi mesi fa, ha molto rallentato la sua attività sui social. L’ex moglie di Fabrizio Corona, però, negli ultimi giorni ha ripreso ad apparire sulle piattaforme web e non ha abbandonato l’abitudine di chiacchierare con i propri fan. In particolare, una risposta ironica ha catturato l’attenzione del suo pubblico. Nella fattispecie Nina, a chi gli ha chiesto che fine avesse fatto, ha replicato: “Sono ai domiciliari”. Il flash è stato corredato da alcune emoticon sorridenti e da diversi cuoricini. A provocare curiosità è che tale risposta è giunta pochi giorni dopo che è stata data la notizia relativa all’uscita dal carcere di Corona che finirà di scontare la pena in un istituto di cura. Pare che la modella croata abbia voluto ‘alleggerire’ un poco il delicato momento vissuto dall’ex, con il quale ha avuto un figlio (Carlos) e con il quale ha riallacciato i rapporti lo scorso anno.
Fabrizio Corona va in cura fuori dal carcere: la decisione del giudice di sorveglianza
Cinque giorni fa, ci sono state delle novità importanti inerenti al caso di Fabrizio Corona. Il giudice di Sorveglianza di Milano ha deciso di far uscire l’ex re dei paparazzi dal carcere. Sconterà la pena in un istituto di cura nei pressi di Monza. Si ricorda che l’ex marito della Moric è stato in prigione cinque anni e cinque mesi (su nove anni e otto mesi totali). Nel marzo 2019 gli sono state revocate le misure alternative a causa di una serie di violazioni. Da qui il ritorno nell’istituto penitenziario. Di recente è invece stato nuovamente trasferito fuori dal carcere.
Corona, perché è uscito di prigione
Perché Corona è uscito di prigione? Le relazioni psichiatriche dell’équipe di San Vittore hanno segnalato il patologico progredire di disturbi della personalità borderline, associati a tendenze narcisistiche e a episodi depressivi. Secondo i medici specialisti, Corona non sarebbe più in grado di sostenere il carcere e comincerebbe a essere resistente alle terapie farmacologiche. Quindi è scattato il “differimento della pena da eseguire in detenzione domiciliare umanitaria” in un istituto dal quale Fabrizio non potrà allontanarsi.