Noemi e le sue Metamorfosi, ossia il titolo del suo ultimo album, nonché il nome del tour con cui sta girando l’Italia, ma anche uno status interiore con cui crescere e confrontarsi. E sì, perché la 39enne romana dai capelli rosso fuoco, al secolo Veronica Scopelliti, è mutata parecchio nell’ultimo periodo, sotto tutti i punti di vista. Una rivoluzione a 360 gradi, che ha coinvolto sia il suo aspetto fisico, sia il suo modo di approcciarsi alla musica, sia alcune figure che le stanno accanto.
La soddisfazione artistica più grande in questo momento si chiama ‘Makumba‘, cioè il brano confezionato assieme a Carl Brave che le è valso il disco di platino. Metamorfosi, si diceva: quale è stata la scintilla che ha innescato un cambio di ritmo prepotente? “Da una riflessione personale che il lockdown ha reso più profonda, perché quando capisci che qualcosa che non va, fa bene fermarsi un attimo”, spiega Noemi, intervistata dal Corriere della Sera.
L’artista capitolina sottolinea che il cambiamento lo ha trovato dentro di sé: “La mia metamorfosi non è ancora finita, ma sono uscita da una sensazione di torpore: non mi sentivo più dinamica e mi ero ripiegata su me stessa”. Il mutamento interiore si è inevitabilmente propagato al lato artistico perché quando ci si stravolge a livello mentale, si cambia anche ciò che si proietta poi verso il pubblico: “Ero fossilizzata sui miei suoni e avevo bisogno di nuove persone. Così sono andata in cerca di un vibe più contemporaneo e con un vocal coach ho dato nuovi colori alla mia voce”.
Quel che Veronica ha capito nello scrutare i meandri della sua persona è che per spiccare il volo e avere il coraggio di rivoluzionarsi, laddove se ne senta la necessità, si deve tagliare il cordone ombelicale con “le vecchie abitudini e tutto ciò che manda fuori fuoco”. “Io – aggiunge – non sono molto costante, mi annoio facilmente, ma sto cercando di diventare più pragmatica e presente per dare il giusto valore alle cose”.
A proposito di cambiamenti drastici e di ‘tagli’ al cordone ombelicale: altra novità artistica è stato il cambio dei suoi manager, che prima erano suo padre e sua sorella. Perché una simile scelta?
“Collaborare con qualcuno che non è tuo papà permette di avere la giusta distanza perché quella persona può dare consigli in modo più obiettivo. L’affetto e la protezione di un genitore sono bellissimi ma a volte non aiutano. Io avevo bisogno di qualcuno che mi vedesse come una cantante. È stata una scelta che ho fatto per poter evolvere, assolutamente compresa”.
Capitolo ‘metamorfosi’ fisica: Noemi spiega che in passato pensava che mostrarsi troppo carina “potesse distrarre dalla musica” il pubblico. Con il tempo ha invece scoperto che il “corpo può essere un ulteriore strumento per raccontare” se stessi. Per questo ha iniziato a “viverlo in modo diverso: essere donna, femminile, tornare in forma, è bello”.
La cantante romana sostiene inoltre che ogni corpo è un “dono” e che con quel dono bisogna sentirsi a proprio agio e non in difficoltà. Il suo motto è: “Il corpo come lo vogliamo, non per forza magro”. Spazio anche a dei consigli su come affrontare le critiche social dove troppo spesso arrivano insulti gratuiti e offese riguardanti la forma fisica: “Bisogna iniziare a fregarsene, se no diventiamo frustrate noi. Poi anche i commenti sul web non è che proprio li si debba leggere tutti, se ci facciamo scalfire da chiunque è un problema. Siamo forti e non frignone, ci sappiamo difendere”.
Infine un pensiero ai ‘maestri’ da cui c’è sempre da imparare. Ad esempio da Gaetano Curreri, suo amico, di recente vittima di un malore sul palco (il leader degli Stadio è ora fuori pericolo e si sta riprendendo): “Siamo amici oltre ad aver collaborato. Sono contenta che stia bene, tengo tantissimo a lui e ci ha fatto prendere un bello spavento. E poi Vasco, un mio mito, non scorderò mai la passione che ci ha messo nel lavorare al mio pezzo. Questo mi hanno insegnato persone come loro: a trattare ogni canzone come un diamante”.