Versioni differenti, punti oscuri, misteri e chi più ne ha più ne metta. La chiusura anticipata di Non è l’Arena su La7 di Massimo Giletti continua ad essere tema di discussione. E stavolta il dibattito non è soltanto relegato a botta e risposta su giornali o a polemiche mediatiche. La vicenda è finita in mano alla giustizia. Urbano Cairo dice A, Giletti dice B, con il patron di La7 che afferma di aver deciso di mettere fine al programma per una questione di costi troppo alti. La vicenda ha però contorni che paiono andare molto oltre al semplice ragionamento riguardante gli ascolti e i bassi introiti. Il quotidiano La Repubblica, che ha visionato una valanga di documenti e di verbali della procura di Firenze, ha fatto il punto sul caso.
Come è noto Massimo Giletti ha raccontato in diverse puntate gli intrecci tra mafia e politica. Ad un certo punto ha puntato l’attenzione su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Secondo la versione del conduttore, Cairo gli avrebbe chiesto di incontrare Berlusconi la scorsa primavera. Giletti afferma di aver rifiutato e che dopo due puntate l’editore ha fatto sparire Non è l’Arena dal palinsesto. Dal canto suo Cairo smentisce tale ricostruzione. Ma si proceda con ordine.
Salvatore Baiardo, portavoce e favoreggiatore del boss mafioso Giuseppe Graviano, è accusato di calunnia nei confronti di Giletti e di favoreggiamento di Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi. Baiardo è stato ospitato diverse volte a Non è l’Arena. I pm, cioè gli inquirenti, vogliono fare luce sul perché Cairo avrebbe chiesto a Giletti di incontrare Berlusconi. Va ricordato che Cairo e il Cavaliere si conoscevano molto bene. L’editore di La7, anni fa, è stato uno dei suoi assistenti.
La versione di Giletti
Non ci sono solo chiacchiere, ma anche testimonianze, raccolte dalla procura fiorentina. Secondo quanto emerso dal lavoro dei pm, Cairo avrebbe visto Giletti a Roma il 20 marzo scorso. Questo il resoconto fornito dal conduttore sulla vicenda:
“Cairo mi ha detto: ‘guarda, forse è meglio che lo incontri, che ti vuole vedere perché qualcuno magari dice che tu ce l’hai contro… Ho detto: ‘Presidente (Cairo, ndr)… non voglio mettermi in una condizione psicologica di… preferisco non incontrarlo’. ‘Fai bene, glielo dirò, se ritieni così’, mi ha risposto Cairo”.
Cairo però offre una versione differente e nega di aver incontrato Giletti a marzo. L’editore ha spiegato di aver discusso con il conduttore di parlare con Berlusconi, ma a gennaio. Cairo sostiene che c’era l’idea che Giletti e il Cav si parlassero per far sì che il leader di Forza Italia andasse ospite a La7. Dell’incontro a Roma a marzo e della richiesta di cui parla Giletti, Cairo mette a verbale:
“Lo escludo, nel modo più assoluto, non ho chiesto nulla a Giletti”.
Per i pm la versione di Cairo non è chiara e potrebbe essere contraddittoria. Giletti viene convocato di nuovo in procura a luglio per rispondere ad altre domande sulla questione. Questo è ciò che viene messo a verbale:
“Confermo ciò che ho detto in precedenza. Colloco l’intervento di Cairo intorno al 20 di marzo, dopo la metà del mese. Si potrebbe chiedere alla mia scorta, perché ricordo che in quell’occasione dopo l’incontro con Cairo lo accompagnai con la mia scorta alla stazione, perché era in ritardo. A gennaio, ma anche in precedenza, mi è capitato di chiedere a Cairo di contattare Berlusconi per farlo partecipare a una mia trasmissione. Sarebbe stata un’occasione per lo share della trasmissione, perché la figura di Berlusconi è di grande interesse mediatico, e io glielo dissi, visti i rapporti stretti che c’erano fra loro. Ma la vicenda che ho riferito, collocandola nel marzo del 2023, è vicenda diversa. In quell’occasione Cairo ribadisco che mi chiese si incontrare Berlusconi, e la cosa mi turbò molto. A conferma di quanto vi dico, considerate che ero talmente sorpreso e preoccupato della richiesta, che decisi di confidarmi per chiedergli consiglio al magistrato Nino Di Matteo, che già conoscevo perché aveva partecipato alle mie trasmissioni. Incontrai Di Matteo e gli raccontai questo episodio. Il giorno dopo incontrai in ufficio Emanuela Imparato, la mia capo progetto, a cui raccontai che Cairo mi aveva chiesto di incontrare Berlusconi. Insomma, l’episodio narrato da Cairo è realmente accaduto, ma si colloca in periodo precedente, e in un contesto del tutto diverso. Peraltro, per chiedergli ciò che ha riferito Cairo sarebbe stata sufficiente una telefonata, e non vi era alcuna necessità di un incontro di persona, come invece avvenne in occasione dell’episodio della metà di marzo”.
Gli inquirenti hanno ascoltato anche un carabiniere della scorta di Giletti che ha avallato la versione del conduttore. Sentita anche l’autrice del programma, Emanuela Imparato:
“Ricordo nitidamente che Massimo si sedette in una sedia spalle al muro e mi disse: mi ha chiamato Cairo e mi ha detto se vado a un incontro con Berlusconi. L’ho guardato e gli ho chiesto cosa intendesse fare. Mi rispose che non aveva voglia di andarci. Replicai dicendo: fai quello che senti”. “Erano i giorni in cui Berlusconi cominciava a non stare bene, se mal non ricordo era già stato ricoverato. Naturalmente, mi chiesi il perché in quel momento giungesse tale richiesta, dopo che avevamo ospitato Baiardo in trasmissione ed era uscito il discorso su Paolo Berlusconi”.
La comunicazione di Cairo al manager di Giletti: “Chiudo il programma”
Dal canto suo Cairo ha spiegato ai pm che la chiusura di Non è l’Arena è stata decisa soltanto in base a “costi e perdite”. Così, dopo la puntata del 2 aprile in cui viene trattato il caso di Messina Denaro, della sua latitanza, di collegamenti con la politica, di Salvatore Baiardo, fino ad arrivare a Karima El Mahroug (conosciuta per il “Rubygate” quando nel 2010, ancora minorenne, Berlusconi chiamò alla Questura di Milano dove la ragazza era trattenuta per un’accusa di furto, affinché venisse rilasciata senza una definitiva identificazione in quanto “nipote del presidente egiziano Mubarak”) Cairo contatta il manager di Giletti, Mazzi, e gli confida che chiuderà il talk.
“Il 9 aprile era Pasqua”, dice l’editore ai pm spiegando di avere incontrato Gianmarco Mazzi, “l’11 aprile”: “Gli ho chiesto se potesse venire da me e gli ho detto: ‘Guarda Gianmarco, mancano dieci puntate, perdiamo troppi soldi, non vogliamo andare avanti a questo punto perché i costi non si riescono a comprimere e quindi lo chiudiamo qua’. Ho detto semplicemente a Mazzi che, per motivi legati all’eccessiva onerosità e perdite del programma, preferivamo, visto che non intendevamo più andare avanti, visto che i costi non si potevano comprimere, intendevamo chiudere il programma”.
Il 13 aprile l’annuncio della chiusura di Non è l’Arena che sorprende tutti. E anche Mazzi, il quale fino a poco tempo prima aveva tenuto i rapporti con Cairo per un rinnovo del contratto di Giletti. Sempre Mazzi ha riferito ai pm che il conduttore non aveva all’epoca alcuna proposta di lavoro dalla Rai e sarebbe quindi rimasto a La7. Insomma, il manager – e questo non è un punto da trascurare – sostiene che fino a poco tempo prima della chiusura del talk parlava con Cairo del rinnovo di Giletti, poi, di colpo, la doccia fredda: Non è l’Arena via dal palinsesto. Il quesito è: ma se la trasmissione non andava bene da tempo e la si voleva tagliare, perché discutere di rinnovo?
Baiardo e Paolo Berlusconi
Baiardo, ospite pagato dal programma, ha narrato di un incontro avuto con il fratello del Cavaliere. È un fatto accertato dai magistrati di Firenze in cui il favoreggiatore della mafia era stato ricevuto nell’ufficio di Paolo Berlusconi. Quest’ultimo, dopo il colloquio, come riferito sempre da La Repubblica, si sarebbe sfogato con un agente che lo tutelava per dire che “quella persona”, indicando Baiardo, “è venuta a dire cose che riguardano mio fratello per screditarlo”.
Dopo questo episodio riportato in tv, Giletti ha spiegato ai pm che
“proprio Paolo Berlusconi avrebbe chiamato Cairo, seccato per la messa in onda del programma. Mi sembra che fosse la metà di febbraio 2023. Paolo Berlusconi per quello che mi disse Cairo era molto seccato, perché veniva trattato ancora una volta, a distanza di anni, dell’episodio dell’incontro fra Baiardo e Paolo Berlusconi, e si lamentava del fatto che questa notizia riemergeva in un momento molto delicato, senza però specificare cosa intendesse con questo”.
Il giornalista ha sottolineato che Cairo sapeva chi fosse Baiardo già nel 2021 perché “sono stato io a spiegargli chi era, e che parlava di Berlusconi”.