Sembra aggravarsi sempre di più, anziché placarsi, il caso sulla “finta beneficienza” di Chiara Ferragni. Da oggi, l’imprenditrice risulta iscritta nel registro degli indagati di Milano, con l’ipotesi di truffa aggravata non solo per l’ormai noto caso del pandoro Pink Christmas della Balocco, ma anche per le uova di Pasqua Dolci Preziosi e la bambola Trudi, lanciata sul mercato nel 2019.
Era già nell’aria da settimane, ma l’ufficialità è arrivata solo oggi a seguito della divulgazione dell’atto che la procura di Milano ha inviato al pg della Cassazione per rispondere alla procura di Cuneo. Quest’ultima rivendica la competenza territoriale, dal momento che l’azienda Balocco ha sede a Fossano ed è lì, dunque, che avrebbe avuto luogo la presunta truffa. I pm di Milano, invece, pongono l’accento sulla continuità tra le tre presunte truffe. La Cassazione dovrà decidere se accorpare tutte le indagini per affidarle al capoluogo lombardo o se suddividere le inchieste fra Cuneo e quest’ultimo. L’accusa è sempre la stessa. Un’operazione commerciale mascherata da una campagna di beneficenza. La Ferragni ha chiarito di non avere alcun tipo di responsabilità nell’affaire.
Lo schema delle sponsorizzazione delle uova di Pasqua, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe lo stesso del dolce natalizio. Cerealitalia, proprietaria del marchio Dolci Preziosi, negli scorsi giorni ha specificato che l’influencer avrebbe percepito un cachet di 500 mila euro nel 2021 e 700 mila euro nel 2022 a fronte di una donazione di 36 mila euro all’associazione “I bambini delle Fate”.
La Bambola Trudi
Con queste parole l’imprenditrice digitale aveva lanciato e promosso l’acquisto della bambola Trudi con le sue fattezze.
Visto che molti di voi hanno amato la bambola Chiara Ferragni che creammo per il nostro matrimonio abbiamo deciso di creare un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte: si vende ora su The Blonde Salad e tutti i profitti andranno a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore.
La bambola, appena cinque ore dall’avvio della vendita, era andata sold out. Dopodiché la Tbs Crew, società della quale la Ferragni è dal 2017 amministratore delegato, aveva rilasciato un comunicato nel quale veniva specificato che i ricavati derivanti dalle vendite di tale bambola erano stati donati all’associazione “Stomp Out Bullying” nel luglio 2019. Non solo: l’impegno nei confronti di tale associazione ha riguardato esclusivamente le vendite fatte sul canale e-commerce diretto e non anche su altri canali gestiti da terzi.
Un messaggio che non era stato pubblicato dai canali ufficiali dell’influencer, forse proprio per non dargli troppa risonanza e, in qualche modo, limitare le vendite.