Paola Barale torna sulle ‘foto rubate’ da Chi al quale rilasciò un’intervista pochi mesi dopo il polverone: ecco che cosa accadde e perché non rinunciò a raccontarsi al giornale diretto da Alfonso Signorini
Negli scorsi giorni la temperatura attorno al Grande Fratello Vip è diventata incandescente. Ad accendere gli animi, delle frasi di Salvo Veneziano che è stato ‘defenestrato’ dalla Casa più spiata d’Italia con tanto di paternale fattagli da Alfonso Signorini. Sulla questione è intervenuta a gamba tesa anche Paola Barale, ricordando al direttore di Chi, che il magazine da lui guidato, nel 2017, pubblicò delle foto intime e private che la riguardavano. Insomma, senza troppo girarci attorno, Paola ha iscritto il giornalista nel taccuino di coloro che predicano bene ma razzolano male. Tuttavia, a distanza di pochi mesi dal polverone degli scatti rubati (era l’estate del 2017), la showgirl rilasciò un’intervista proprio al settimanale Chi (nel dicembre dello stesso anno). E di questo hanno chiesto conto alla diretta interessata diversi fan…
La Barale fa chiarezza sull’intervista al magazine
Alcuni fan della Barale, via social, hanno chiesto alla loro beniamina perché dopo la sfuriata nei confronti di Chi che la vide protagonista nel luglio 2017, concesse alla medesima testata un’intervista pochi mesi dopo. Paola ha fatto chiarezza sulla vicenda, replicando a un suo ‘seguace’ di Instagram. “Perché avevo un accordo con il fotografo che poteva vendere le mie fotografie. E per non sottrarmi all’accordo e far perdere soldi al fotografo ho accettato, mio malgrado, di fare questa intervista”, ha spiegato la showgirl che quindi ha fugato i dubbi su un fatto che di primo acchito è sembrato ambiguo.
Paola e l’affondo su Signorini
L’ex moglie di Gianni Sperti, pochi giorni fa e dopo l’eliminazione di Salvo dal GF Vip 4, ha pubblicato un post che ha preso di mira Alfonso Signorini. Dopo aver ricordato il caso degli ‘scatti rubati’ nel 2017, ha così concluso: “Una cattiva comunicazione qualunque essa sia, televisiva o carta stampata, produce cattive conseguenze. E per ripetere le parole che più volte ha usato il direttore di Chi durante la puntata, questo non è un processo a nessuno, ma un invito a riflettere e alla coerenza”.