Ennesima ospitata a Verissimo di Paola Caruso per parlare della situazione clinica di suo figlio Michele (5 anni). Silvia Toffanin ha di nuovo accolto la showgirl che è sbarcata in studio in lacrime. Singhiozzo e tanto dramma, con il rotocalco di Canale 5 che si è fatto megafono ancora una volta di un tipo di tv che non si può far altro che definire del “dolore“, nel senso meno nobile del termine. Ma su questo aspetto ci torneremo a breve.
“Barcollo ma non mollo, questo è il mio motto da sempre”, ha esordito Paola Caruso che ha aggiunto: “Sono abituata a saltare gli ostacoli. Mio figlio ha ormai danni permanenti, è il mio unico pensiero. L’operazione al Gaslini di Genova non ha migliorato la situazione”.
“Il nervo è stato sbloccato – ha proseguito la showgirl – ma era talmente danneggiato che l’intervento non ha avuto la funzione che doveva avere. Michele la sta vivendo male, a livello psicologico per lui è difficile, è molto provato. Ha un grosso disagio interiore che non sa esprimere perché è piccolo”.
Spazio poi al racconto del viaggio fatto in Minnesota di recente. Paola si è recata nello Stato americano in quanto là c’è una clinica medica specializzata. “Quella è stata la mia ultima speranza perché è la clinica migliore del mondo”, ha raccontato la Caruso che ha aggiunto che nel centro medico ‘Michelino’ si è sottoposto a molti esami e a una serie di visite.
“Purtroppo c’è stato un responso univoco da parte dei medici: danno permanente. Io come mamma sono crollata, Michele non sa nulla ovviamente. Sono sotto un treno. La sua gambina rimarrà piccola e tre dita del suo piedino non le muoverà più”, ha detto in lacrime la showgirl che ha infine narrato che, nel periodo più difficile della sua vita, ha trovato l’amore, legandosi a un uomo di nome Gianmarco. “Nel momento più buio ho ritrovato l’amore”, ha chiosato la Caruso.
Verissimo, così si scade nella tv del dolore: il senso di tutto ciò?
Per il piccolo Michele e anche per Paola Caruso dispiace naturalmente dal punto di vista umano. Detto questo, la carrellata di ospitate a Verissimo si fa fatica a spiegare. Così Silvia Toffanin scade nella tv del dolore. Che senso ha continuare a dare attenzione ad una vicenda delicata riguardante un minorenne? Che senso ha mostrare continuamente una madre piangente? Che senso ha organizzare ospitate a cadenza ormai fissa per dare aggiornamenti su un bimbo quasi come se si stesse raccontando una ‘fiction’ a episodi?