Sembra una fiction, ma non lo è. Il che rende tutto insensato. Paola Caruso è tornata di nuovo a Verissimo, lacrimante e sofferente. Ha raccontato altri dettagli delle condizioni precarie di suo figlio Michele, 4 anni. Ad intervistarla naturalmente Silvia Toffanin, pure lei piangente. Chi segue la showgirl sa bene cosa è capitato al bambino visto che la vicenda è stata narrata molteplici volte in tv. Il piccolo sta affrontando varie terapie per risanare i danni riportati a un nervo dopo l’iniezione di un medicinale in Egitto.
La Caruso ha spiegato che i medici le hanno riferito che non hanno notato alcun miglioramento delle condizioni di Michele che, in futuro, dovrà sottoporsi ad un nuovo intervento. Così Paola sulla questione:
“Ieri abbiamo fatto la visita a 6 mesi dall’intervento ma Michele non è migliorato quindi il dottore ha detto che purtroppo il danno che gli hanno fatto è permanente, non c’è stato nessun miglioramento in quest’anno. L’operazione è andata bene ma il nervo… il medicinale è stato talmente tossico che il nervo non ha ripreso le sue normali funzioni. Io non ci credo, non dormo, è tutto il giorno che piango perché in un secondo è cambiato tutto, non sono ancora riuscita a metabolizzare. In questi mesi ho visto che non ci sono stati miglioramenti”.
E ancora:
“Purtroppo questo nervo lesionato è l’unico del corpo che non ricresce facilmente e se non ricresce la situazione è questa, non ci sono tecniche che risolvano il problema. Io mi fido di questo dottore e adesso l’unica cosa è continuare con il tutore e tanta fisioterapia. Durante la crescita, dovrà sottoporsi a vari interventi perché non avendo il sostentamento dei muscoli, le ossa potrebbero crescere deformate. Sono sconvolta, io non mi preoccupo del mio dolore, il mio dolore è il dolore di mio figlio. Mi spaventa quello che dovrà affrontare Michele”.
La Caruso ha aggiunto che sogna di vedere un giorno il figlio correre. Tutto il racconto si è srotolato su un tappeto di lacrime e singhiozzi. Che il piccolo Michele sia alle prese con una situazione delicata non è da mettere in discussione. Discutibile invece il continuare a dare spazio, con toni melodrammatici, a una simile vicenda sul piccolo schermo. Non perché la sofferenza la si debba tenere nascosta, ci mancherebbe, non c’è alcunché di cui vergognarsi. Il punto è che le ospitate della Caruso sembrano ormai ascrivibili a quel filone della cosiddetta “Tv del dolore”, in cui si punta a creare interesse premendo l’acceleratore sui risvolti delle tragedie.
Viene pure da chiedersi quale sia il senso ultimo di tali ospitate. Ormai è arcinoto che il piccolo, purtroppo, ha problemi di salute. Arcinoto e comprensibile anche il dolore provato dalla madre. Meno comprensibile il continuare a raccontare ogni dettaglio della storia clinica di ‘Michelino’. Così facendo c’è il forte rischio e pericolo di scadere nella morbosità su un caso che, si badi bene, riguarda un minorenne.