Il ritorno in tv con Superbrain-Le supermenti ma anche il ricordo del periodo lontano dal piccolo schermo dopo la sospensione di Parliamone sabato: si concentra su questi due aspetti la conferenza stampa di Paola Perego alla vigilia della prima puntata del programma (già da lei condotto tra il 2012 e il 2013), in onda venerdì 12 gennaio in prima serata su Rai1.
Paola Perego: “Vittima di un’ingiustizia”
“A livello professionale svegliarmi, dopo 35 anni di lavoro, senza avere un progetto era complicato, ma soprattutto a livello umano è stato devastante. Mi sono sentita vittima di un’ingiustizia atroce senza capirne le motivazioni”: lo ribadisce la Perego, a proposito dello stop alla sua ultima trasmissione, nell’incontro con i giornalisti.
“Ancora ieri – racconta – sono andata alla registrazione della prima puntata di Superbrain in uno stato drammatico: nello stomaco non avevo le farfalle ma delle rane incazzate. Avevo paura di affrontare la gente. Avevo un nodo alla gola. Poi, passati i primi 5 minuti, mi è tornato l’entusiasmo di sempre e la voglia di fare questo mestiere”.
E aggiunge: “Non è una rivincita, semplicemente le cose sono tornate al loro posto dopo un bel po’ di dolore e paura”.
Paola Perego, sfuma la richiesta di risarcimento danni alla Rai
Lei aveva annunciato la richiesta di un risarcimento danni alla Rai, in realtà si è conclusa “quando se ne è andato il direttore generale (Antonio Campo dall’Orto, ndr) che aveva deciso la chiusura. Perché il nuovo dg Mario Orfeo mi ha convocata e mi ha fa proposto un contratto biennale con progetti belli, per cui non c’era motivo di proseguire quella lite”.
Paola Perego, cosa si vedrà a Superbrain-Le supermenti
La Perego non prova sentimenti di rivalsa: “Sono solo felice di fare un programma che guarderei anche da spettatrice, perché vedi cose incredibili ed è per tutta la famiglia”.
“Alcune prove – aggiunge la conduttrice – appariranno davvero quasi inconcepibili per la loro eccezionalità. Eppure molti di loro sono persone davvero comuni che riescono in imprese ciclopiche a volte semplicemente grazie a tanto studio e molta tecnica, a volte per capacità innate fuori dalla norma e a volte per un pizzico di follia…”.