Qualche settimana fa è uscito in tutte le librerie “Minaccia bionda”, il libro di Patty Pravo che celebra l’icona senza tempo della star. Attraverso scatti e istantanee la raccolta narra la personalità dell’artista e il suo concetto di bellezza, moda e stile.
È la stessa Patty Pravo a rilasciare un’intervista a Repubblica. La cantante ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera soffermandosi sulle curiosità del giornalista. Il progetto sottolinea sicuramente il suo anticonformismo e la creatività che da sempre l’ha contraddistinta anche nelle scene. Un esempio è la mise sfoggiata al Festival di Sanremo nel 1984 per accompagnare la performance di “Per una bambola”. Un palco su cui tante volte ha cantato ma che ha deciso ultimamente di abbandonare.
La Pravo ha spiegato come il tutto fosse venuto fuori da una sua intuizione poi successivamente elaborata e concretizzata dal lavoro suo e di Maurice Bejart, celebre danzatore e coreografo. È la stessa celebrità a narrare il fatto:
“Questo sì, poi alle cose ci lavoro molto, ma la prima intuizione è immediata, quella volta avevo ripreso un vecchio pezzo del 1970, l’avevo scartato a suo tempo, poi in America mi venne l’idea, cercavo una stoffa di ferro o qualcosa del genere, incontrai a San Francisco a una cena Maurice Bejart, e lui stava facendo un balletto con i vestiti di Versace, allora presi un aereo e andai a Milano e lui fu carinissimo, l’idea gli piacque e smontò il lavoro che stava facendo, lasciò due signore senza vestito, e si mise a lavorare per me, mi feci da sola anche il ventaglio. Feci anche un Carnevale di Venezia con un abito che oggi è al Victoria and Albert Museum a Londra”.
Patty Pravo si è dimostrata soddisfatta del progetto editoriale. Il giornalista di Repubblica lo ha paragonato a un puzzle che mette insieme tutti i pezzi che compongono la sua carriera. La cantante ha sottolineato come trovare tutte le foto racchiuse nel libro non sia stato per nulla semplice perché ha ammesso di non aver conservato tutto:
“È stato un gran casino trovare tutte queste foto perché io non ho archiviato niente, neanche i dischi d’oro, d’argento, capirai dopo 120 milioni di dischi dovrei avere una casa solo per i premi, i vestiti, una follia.”
Fortunatamente si è riusciti ugualmente nell’intento e ad oggi Nicoletta ha commentato così “Minaccia bionda”:
“È esattamente l’idea, credo sia bello vedere tutti i cambiamenti, anche se a essere onesta non erano neanche voluti, non c’era calcolo, ogni volta succedeva perché in quel momento mi sentivo in quel modo”.
La Pravo ha detto della sua carriera di essere stata sempre una ribelle, anticonformista. Fin da giovanissima già famosa e con indosso una minigonna, che per tempi che correvano era qualcosa di estremamente controcorrente. Tuttavia, la cantante ha ammesso anche di aver fatto una scelta stilistica e musicale ben precisa:
“Ero la ragazza ye ye con la minigonna, a 22 anni ero già famosa, ma volli cambiare e mi trasformai in una vecchia cinquantenne per cantare gli autori che amavo, come Brel che poi è stato mio amico, o Ferré che fu come un fratello”.
E la sua tendenza ad essere sempre provocante e priva di inibizioni lo hanno dimostrato anche i servizi fotografici in cui si è mostrata in tutta la sua nudità. La Pravo ha ammesso di non essersi mai sentita a disagio o di essersi vergognata. “È la mia natura, e come ci si può pentire della propria natura?”, ha chiosato. E poi ha dichiarato anche:
“Ho lavorato anche in televisione col seno di fuori, stavo con la giacca aperta e sotto niente, per assurdo anni fa c’era meno censura per queste cose, ma io sono abbastanza androgina, e quindi uno così se lo può permettere.”
E alla domanda se avesse mai pagato a caro prezzo questa sua tendenza ad essere uno spirito libero ha confessato a Repubblica:
“Non l’ho mai visto come un pagamento, ho spesso rotto contratti perché volevo essere libera e fare le cose a modo mio. E infatti se oggi volessi riunire la mia discografia sarebbe complicatissimo”.
Patty Pravo ha parlato anche dei suoi cinque mariti. Secondo il suo racconto sono stati loro a volerla sposare e non viceversa. E ha svelato anche di aver sempre avuto un buon rapporto con i paparazzi tanto da facilitare spesso il loro lavoro. In ultimo, ma non meno importante, ha accennato pure ai suoi progetti artistici in tv. E a molte occasioni mancate a causa dei suoi impegni musicali e lavorativi.
“Antonioni mi chiamò per Professione reporter ma avevo dei tour in tutto il mondo, non potevo cancellarli, lo stesso per De Sica che mi voleva ne Il giardino dei Finzi Contini . Poi quando vidi Professione reporter ci rimasi malissimo, chiamai Michelangelo e gli dissi che aveva ragione, avrei dovuto farlo.”