L’anno che ci stiamo lasciando alle spalle ha portato con sé sentimenti di sconforto e rabbia, dati anche dalla perdita di alcuni illustri nomi che ci hanno lasciato.
Molti di questi addii sono state causati dall’avanzare del Coronavirus e sono quelle che più di tutte ci hanno reso fragili e inermi davanti alle tragedie.
Un anno da dimenticare che ha portato via grandi nomi dello spettacolo italiano e non solo. Campioni del calcio, nella vita e sul campo. Maestri indimenticabili della musica, della letteratura, del cinema, del teatro.
Lucia Bosè
Notata da Luchino Visconti, iniziò una carriera formidabile che la portò a diventare Miss Italia nel 1947. Da quel momento in poi la sua carriera spiccò il volo nel mondo del cinema. Indimenticabili le sue interpretazioni in “La Signora delle Camelie” di Michelangelo Antonioni nel 1953 e “Qualcosa striscia nel buio” (1971) di Mario Colucci.
Moglie del torero Luis Miguel Dominguìn, insieme ebbero tre figli, Lucia, Paola e il celebre cantautore Miguel Bosè. La grande attrice ci ha lasciati il 23 marzo per via di una polmonite che si è complicata a causa del contagio con il Coronavirus.
Luis Sepúlveda
Scrittore, giornalista, poeta, artista a tutto tondo. Nato in Cile ma lasciò presto il suo Paese natale dopo l’incarcerazione da parte del regime autoritario del generale Pinochet. Venne conosciuto in tutto il mondo con il suo primo romanzo “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore“.
Il suo capolavoro che lo rese celebre al grande pubblico fu il racconto “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” che divenne anche un film d’animazione. A febbraio del 2020 Sepúlveda si ammalò di Covid e nonostante il ricovero in ospedale, il 16 aprile morì per le complicanze date dal virus.
Ezio Bosso
Grande direttore d’orchestra che dal 2011 viveva con una sindrome autoimmune neuropatica. Nel corso della sua lunga carriera ha diretto le più grande orchestre d’Europa, tra cui la London Symphony e fino al 2018 è stato direttore stabile residente del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.
È rimasta impressa nell’immaginario di tutti gli italiani la sua ospitata a Sanremo 2016. In quell’occasione il Maestro si esibì in un lungo e commovente assolo di pianoforte e le sue parole sono rimaste impresse nelle mente di tanti. “La musica come la vita si può fare in un solo modo: insieme“. Ci ha lasciati a soli 48 anni il 15 maggio a causa delle complicanze date dalla malattia neurodegenerativa della quale soffriva.
Carlos Ruiz Zafon
Scrittore spagnolo che con i suoi romanzi ha fatto appassionare infinite generazioni. La sua prima opera narrativa L’ombra del vento (2001), è ancora oggi un best seller intramontabile all’interno del quale è possibile viaggiare tra il noir e la lettura più leggera.
Un successo internazionale che in Italia lo portò a raggiungere oltre un milione e mezzo di copie vendute. Tanti i romanzi che hanno ottenuto altrettanto clamore, in particolare, Il prigioniero del cielo e Il labirinto degli spiriti del 2016. Il cancro al colon di cui soffriva dal 2018 se l’è portato via il 19 giugno a soli 55 anni.
Ennio Morricone
L’immortale e indimenticabile Maestro della musica nel mondo. Il due volte premio Oscar, Ennio Morricone, ci ha lasciato una infinita lista di capolavori che potremo riascoltare per sempre senza stancarci mai. Compositore delle più belle colonne sonore mai create da Per un pugno di dollari a C’era una volta l’America, passando per Nuovo cinema Paradiso.
È venuto a mancare il 6 luglio a causa di conseguenze dovute a una caduta. Il suo necrologio rimarrà per sempre impresso nelle menti come una delle più belle dichiarazioni d’amore alla sua famiglia, con particolare riferimento alla moglie, Maria.
Franca Valeri
La “Signorina Snob” che ha fatto la storia del teatro e della televisione in Italia. La sua intelligente ironia, la leggerezza con cui riusciva a entrare nelle case di tutti e a mostrarsi sincera hanno lasciato il segno anche nel cinema, lavorando al fianco di grandi registi come Fellini, Monicelli, Risi.
Proprio quest’anno aveva compiuto 100 anni e in quell’occasione le venne conferito il David di Donatello alla carriera. Si è spenta serenamente, con l’affetto della sua famiglia, il 9 agosto, a una settimana di distanza dal suo compleanno.
Gigi Proietti
Solo Mandrake avrebbe potuto farci un ultimo scherzo e andarsene nel giorno dedicato ai defunti nonché giorno del suo 80esimo compleanno, il 2 novembre. Il Maestro per tutti e di tutti. Il teatro in Italia ha assorbito linfa nuova grazie a lui, alla sua scuola che ha portato avanti grandi artisti.
Ai suoi funerali tutta Roma è scesa ai suoi piedi, ma non solo. Andandosene in un periodo difficile come quello della pandemia da Coronavirus, tutta Italia si è stretta al suo fianco e ha voluto dare un ultimo, eterno saluto, al grande attore. “Tu non sei soltanto un grande attore, tu sei molto di più. Tu sei Gigi Proietti” (Edoardo Leo in occasione del funerale di Proietti).
Stefano D’Orazio
Lo storico batterista della band più longeva e amata d’Italia, i Pooh. D’Orazio nel 2009 aveva deciso di lasciare gli “amici per sempre” e di dedicarsi alla scrittura di testi per il teatro e non solo. Nel 2016, in occasione della réunion per il cinquatennale, ritornò sul palco con i Pooh al completo per salutare l’affezionato pubblico.
Non solo batterista, ma anche paroliere di diversi successi, tra cui l’ultimo composto insieme all’amico Roby Facchinetti e rivolto come dedica alla città di Bergamo durante i giorni più brutti della pandemia, Rinascerò rinascerai. Si è spento il 6 novembre a causa di complicanze date proprio dal contagio con il Covid-19.
Diego Armando Maradona
El Pibe de Oro, il Campione mondiale che ha fatto sognare grandi e piccini grazie alla maestria con cui sapeva far roteare il pallone sul campo. Un mito per gli argentini e non solo. A Napoli Maradona è stato colui che ha reso possibili i sogni: i due scudetti degli anni ’80 con la squadra partenopea, poi la vittoria mondiale con l’Argentina.
Un dio del calcio, complesso, controverso ma immortale per tutti coloro che lo hanno amato nel mondo. Se n’è andato il 25 novembre a causa di complicanze date dal suo stato di salute cardiaca già particolarmente debilitato.
Paolo Rossi
Per tutti Pablito, il ragazzo che rese grande la nazionale italiana e che riuscì a portare a casa il Mundial dell’82. Pallone d’oro e titolo di miglior marcatore di quell’anno. Un campione, ma soprattutto un uomo dedito alla famiglia, prima che al calcio.
Il suo ricordo rimarrà indelebile nella storia del calcio italiano e non solo. Si è spento il 9 novembre a causa di un tumore ai polmoni che lo avevo colpito un anno fa.