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Philippe Pozzo di Borgo è venuto a mancare ieri, venerdì 2 giugno, all’età di 72 anni. L’imprenditore tetraplegico che ispirò il film “Quasi amici” si trovava a Marrakech ricoverato in un ospedale e al momento non sono state rese note le cause della sua scomparsa. La triste notizia è stata data dal quotidiano francese “Le Figaro”. Anche il regista di “Quasi Amici” Eric Toledano, che diresse il film con Olivier Nakache, si è espresso sull’accaduto: “È morto la scorsa notte a Marrakech. È uno shock ed è soprattutto un’immensa tristezza perché era una relazione che durava. Siamo rimasti in contatto, abbiamo fatto altre cose insieme”. 

Dal 2016 Pozzo di Borgo era testimonial dell’associazione “Soulager mais pas tuer” (“Alleviare, non uccidere”) che in Francia si batte contro i progetti per legalizzare l’eutanasia.

Il film campione d’incassi che raccontò la sua storia

La pellicola dedicata alla vera storia di Philippe Pozzo di Borgo uscì nel 2011 e fu diretta dal duo di registi Olivier Nakache ed Éric Toledano. L’attore che prestò il volto all’imprenditore tetraplegico fu François Cluzet, mentre a interpretare il badante personale di Pozzo di Borgo fu Omar Sy. Il film venne apprezzato sin dal debutto nei cinema registrando incassi da record sia in Francia che negli Stati Uniti. Anche in Italia ebbe un discreto successo, essendo stato visto in sala da quasi due milioni e mezzo di spettatori.

La storia descrive un rapporto professionale che ben presto fu destinato a diventare una bella amicizia tra due uomini: l’aristocratico Philippe, reso tetraplegico da un grave incidente, e Driss, un semplice ragazzo di periferia con necessità di guadagnare e aiutare la sua famiglia, chiamato a diventare il suo badante personale. Lo scopo della pellicola è stato quello di dimostrare al pubblico che è possibile avere un approccio umano e positivo di fronte a una malattia anche molto grave come quella di Philippe.

Durate le riprese i veri protagonisti della storia, Philippe Pozzo di Borgo e il suo aiutante Yasmin Abdel Sallou di origini algerine, pare abbiano lavorato fianco a fianco con i due interpreti dei loro personaggi. Inoltre François Cluzet, prima di calarsi nella parte, ha voluto osservare da vicino Philippe Pozzo di Borgo per riuscire a riprendere al meglio tutti i piccoli movimenti della testa del protagonista, al fine di interpretarlo nel modo più realistico possibile. In seguito al loro incontro la vita dei due protagonisti è davvero cambiata: Philippe Pozzo di Borgo si era trasferito in Marocco con la sua famiglia e i suoi due figli mentre Abdel Sallou aveva dichiarato di essere ancora profondamente legato all’imprenditore da un bellissimo legame di amicizia.

La vera storia di Philippe Pozzo di Borgo e lo speciale rapporto con il badante

Nel corso degli anni Philippe Pozzo di Borgo pubblicò anche un’autobiografia in cui parlava della sua tragica storia e dell’infortunio che lo rese tetraplegico. Nel libro, intitolato “Le Second Souffle”, l’imprenditore precisò che fu un incidente in parapendio la causa per la quale rimase paralizzato dal collo in giù. Il terribile evento lo colse poco dopo la scomparsa della sua amata moglie che era affetta da una rara forma tumorale.

Nonostante tutto però la sua resilienza e il suo attaccamento alla vita lo portarono a combattere ostinatamente contro il su stesso corpo e contro la consapevolezza di essere diventato un uomo inutile, un peso per gli altri. Fu proprio questo dettaglio a colpire molto i registi Éric Toledano e Olivier Nakache che quindi decisero di iniziare a lavorare a un progetto che avesse come punto cardine la triste storia dell’imprenditore, o meglio, il suo rapporto con il badante algerino Abdel Yasmin Sellou con il quale Philippe instaurò un legame profondo e speciale. Stando a quanto ha raccontato l’imprenditore nel suo libro è stata proprio la compagnia del badante a farlo uscire dalla depressione che lo attanagliò in seguito all’incidente.

All’epoca del primo incontro tra Philippe e Abdel l’imprenditore aveva 43 anni e il suo assistente solamente 21. Nonostante la grande differenza d’età e la provenienza da mondi completamente diversi i due diventarono subito grandi amici, dimostrando di possedere una rara alchimia. Tanto che i due rimasero amici anche dopo che Abdel smise di lavorare per l’imprenditore nel 2005: “Tutti e due abbiamo capovolto il destino che sembrava già scritto per noi. Lui è ben più che un amico per me, perché è anche un padre, un maestro, il mio angelo”, ha raccontato lo stesso Abdel.

Claudia Maria Cordara

Sono una studentessa di Biotecnologie Molecolari all’Università degli Studi di Torino. Vivo a Moncalieri, in provincia di Torino e da poco scrivo per Gossipetv.com. Quando non sono troppo impegnata con gli studi mi piace dedicarmi alla lettura e scrittura, trascorrere le giornate in riva al mare con un buon libro in mano e scoprire nuovi posti viaggiando.

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