Pierpaolo Spollon: intervista esclusiva a Gossip e Tv
Occhi verdi che conquistano, la battuta pronta e la passione per il proprio lavoro sono solo tre delle caratteristiche di Pierpaolo Spollon, che in questi giorni stiamo vedendo tra i protagonisti de La porta rossa su Rai Due. Un grandissimo successo già dalla prima puntata. Ve lo aspettavate? “Avevamo la consapevolezza che fosse un prodotto valido. Però vincere la serata su Rai Due con la prima puntata è stato bello. Siamo tutti entusiasti. Cosa dire delle prime due puntate… solo “cacao meravigliao” (ride)”. Sei tu a suonare l’hang nella fiction. Lo suoni ancora? “Credo che l’hang sia una delle cose che abbia suscitato maggior interesse. Chi segue La porta rossa è incuriosito da questo strumento. Ho imparato a suonarlo in una settimana. È un strumento piacevole, ma ha un costo troppo elevato. Mi sono limitato a suonarlo per la fiction“. Cosa puoi dirci di Filip che ancora non sappiamo? “Quando ho letto la sceneggiatura ho riflettuto su questo tipo di persone, quelle che stanno sempre un po’ ai margini, considerate dal resto del gruppo “diverse”. Tutti abbiamo conosciuto qualcuno come Filip e lo abbiamo preso in giro o escluso. Credo sia ipocrita dire il contrario. Così ho voluto nobilitare il mio personaggio. A volte capita di avere una prima impressione sbagliata su una persona, per poi scoprire che in realtà ha molte cose da dire” ci racconta Pierpaolo Spollon, che aggiunge “scoprirete meglio il mondo di Filip nella prossima puntata. Il suo rifugio vi dirà molto di lui“. Hai da poco compiuto 28 anni, come ci si sente ad interpretare il ruolo di un teenager? “È stata dura, Filip ha esattamente 10 anni meno di me. A volte il regista mi richiamava per dirmi che in alcuni momenti ero troppo adulto. Non è stato facile, davvero“.
Pierpaolo Spollon racconta Filip e La porta rossa
Come hai preparato il tuo personaggio? “Mi sono immaginato un ragazzo bosniaco. Nella sceneggiatura non era specificata la sua provenienza, si sapeva solo che arrivava da un Paese balcanico. La storia della Bosnia mi sta a cuore, se pensiamo a quello che è successo, soprattutto a Sarajevo, è davvero incredibile. Ho guardato molti documentari su questo Paese e ho immaginato Filip come un ragazzo nato indicativamente alla fine della guerra – racconta Spollon – Tra i tanti filmati che ho visto sulla Bosnia mi ha colpito come i bosniaci ancora oggi non si fidino di nessuno. Filip non ha vissuto la guerra, ma avrà sicuramente sentito i racconti di quegli anni e inevitabilmente ne è influenzato“. Sul tuo copione abbiamo visto anche lupi e rivoluzionari, come si legano a Filip? “Il lupo baltico l’ho scelto perché ho immaginato come potrebbe essere Filip se fosse un animale. Come succede ai lupi, anche lui è molto tranquillo, ma quando gli viene toccato qualcosa che ama diventa cattivo. Ma non posso dire di più“. Cosa c’è di Filip in Pierpaolo e viceversa? “Come lui sono molto protettivo, ma poco altro. Non mi rivedo molto in lui, Filip è molto più coraggioso di me. Non è facile per un adolescente scegliere di essere sé stessi“. Un’altra serie con Lino Guanciale. Sembra quasi che non possiate più muovere un passo l’uno senza l’altro. Quando girano una fiction prendono il “pacchetto completo“? “Magari! Io ci metterei la firma. Con Lino mi diverto sempre tantissimo, sia sul set sia fuori dal set. Se funzionasse: io, lui e Emmanuele Aita tutta la vita… Anche Dario, dai – aggiunge scherzando Spollon parlando dell’amico Dario Aita – Ricordo che a Trieste io e Lino ci svegliavamo tardissimo, perché si girava di notte, facevamo orari pazzeschi. Bora, contro Bora. Un’influenza costante” ci racconta ridendo. “Anche con Valentina Romani, peraltro bravissima attrice, è nata una bella amicizia. Ci eravamo incontrati sul set di Grand Hotel, ma ne La porta rossa abbiamo avuto modo di conoscerci meglio“. C’è qualche ricordo particolare del periodo delle riprese che ti è rimasto impresso? “Sì, mi sono bucato una gamba (ride) saltando una ringhiera. Ancora oggi ho una cicatrice nera“.
Pierpaolo Spollon: il futuro e il tempo libero
Sicuramente ti rivedremo ne L’Allieva 2, sai già dirci quando inizieranno le riprese? “La serie si farà, ma non so quando“. Altre fiction in programma? “Forse, ma non c’è ancora nulla di certo. Però posso dirvi che farò due cortometraggi, uno per la Eagle Pictures che parla di un ragazzo disabile che cerca di sfruttare la sua disabilità per conquistare una ragazza. Per l’altro corto, Lo Schiacciapensieri, lavorerò al progetto di un gruppo di ragazzi, che però è alla ricerca di fondi per poterlo realizzare. Se qualcuno volesse contribuire… io faccio un appello! Su facebook trovate tutto“. Ci avevi già parlato dei ragazzi dell’IRPEA, adesso ci hai fatto conoscere due di loro. “L’ultima volta che sono andato a trovarli mi hanno fatto una sorpresa per festeggiare il mio compleanno. Sono ragazzi meravigliosi“. Parliamo un po’ di te. Sei diventato più social, come mai? “Su twitter mi diverto a commentare le puntate e a leggere gli hashtag che inventano. Ci sto prendendo gusto, ma non fateci troppo l’abitudine (ride)”. Ci avevi raccontato che hai una sorta di mood musicale. Ogni periodo della tua vita è legato a un cantante o un gruppo. “Al momento ascolto tantissimo Nils Frahm, un compositore tedesco, e la colonna sonora di Filip“. Quando non lavori cosa fai, oltre a sperare nella vittoria dell’Inter? “(ride) Aspetto l’estate per andare a camminare. Amo molto la montagna, stare nella natura e i luoghi abbandonati. Anche quando viaggio cerco posti non troppo turistici, il più incontaminati possibile“. Una tua serata ideale? “Con una donna. Sul divano, sotto il piumone, candele. Un film, in rigoroso silenzio, e poi chissà…“. A noi di Gossip e Tv non resta che ringraziare Pierpaolo Spollon per la disponibilità e per la generosa intervista!