Il monologo andato durante l’ultimo appuntamento con Felicissima Sera ha spaccato l’opinione pubblica a metà e ha spinto personaggi come Michele Bravi ad esporsi in contrasto a tali affermazioni dal palco del Concertone del Primo Maggio. Tanti si sono esposti, da Arcigay fino alle comunità ebraiche, per attaccare il duo comico foggiano. Pio e Amedeo hanno deciso di rompere il silenzio dopo giorni dalla fine del loro varietà, raccogliendo tutti gli insulti e le critiche, e hanno cercato di far capire il loro punto di vista. Proprio su Facebook dei due conduttori di Felicissima Sera è stato pubblicato un lungo post:
“Qualcuno forse da questo post si aspetta delle scuse e lo avvisiamo subito che rimarrà deluso. È follia”
La coppia lavorativa ha dichiarato che forse chi li ha attaccati non ha visto il loro monologo per intero e che tanti lo abbiano guardato già prevenuti.
“Non fate finta di non capire quello che abbiamo detto perché ‘vi’ fa comodo trasformarlo nella solita querelle politica da quattro soldi”
Hanno sostenuto che la politica non fa parte di loro, ma questa li ha omaggiati di ‘sputi’ e personaggi senza distinzione di partiti per fare quello che voglio fare, ovvero satira come hanno sempre fatto. Inoltre hai portato a conoscenza che qualche anno fa sono stati in Russia a “respirare la puzza dell’omofobia”. Sono scesi in campo in uno Stato dove non badano troppo ai modi; insieme a Vladimir Luxuria erano lì per far sentire la loro voce per il diritto di uguaglianza, e di buona risposta sono stati spinti in una macchina con violenza e buttati fuori fisicamente a calci da quel paese, “dove gruppi di imbecilli adescano ragazzi gay su internet per incontrarli, pestarli e fare un video per postarlo con fierezza sui social”.
Pio e Amedeo replicano alle accuse: “Per fortuna molti gay, neri ed ebrei hanno capito il senso”
Lo show ha acceso un dibattito movimentato sul tema del politically correct e hanno tentato di giustificarsi sostenendo che le parole hanno la loro importanza, ma sono nulla in confronto all’intenzione. Secondo il loro punto di vista le parole non valgono quanto l’intenzione. Hanno suggerito di fare dell’ironia, laddove è l’unica arma di disinnescare l’offesa ma non la violenza. Per Pio e Amedeo la risata è solo un palliativo all’ignoranza, perchè se l’ignoranza è come il Covid-19, il sorriderci su e non dare troppa importanza ai vocaboli è il vaccino.
In conclusione hanno sottolineato che la più grande sciocchezza che hanno sentito è che bisogna appartenere ad una comunità per capirne le debolezze, che bisogna aver sofferto per capire. Si sono discolpati asserendo che non hanno parlato di affrontare un problema che riguarda le comunità, bensì chi le denigra, le offende e le osteggia. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, sempre nel rispetto e del vivere civile. Queste sono le basi della democrazia:
“Fortunatamente, di gay, neri ed ebrei che hanno capito il senso di quello che abbiamo detto ce ne sono tanti, tantissimi, e sono quelli, come noi, a cui basterebbe raggiungere la vera uguaglianza”