C’è poco da ridere nel monologo di Pio e Amedeo recitato a Felicissima Sera. Il duo comico ha fatto in tv quello che generalmente si fa in un contesto ristretto: due maschi bianchi ed etero hanno voluto spiegare a più di quattro milioni e mezzo di telespettatori che dire ‘neg**’ va bene, se non c’è cattiveria nell’intenzione, che bisogna ridere in faccia anche a chi usa epiteti come ‘fro***’. Che il Gay Pride non serve più: “Mica noi abbiamo bisogno di andare in un corteo a gridare ‘Viva la fi**'”. Hanno portato in scena il clima della tipica tavolata tra amici, spesso bigotti, dove si parla con estrema leggerezza.
Un discorso come quello fatto in prima serata a Felicissima Sera, che ha chiuso con un nuovo record di ascolti tv, avrebbe senso in una società civile, utopica, evoluta, dove non ci sono discriminazioni per il colore della pelle o per l’orientamento sessuale. Dove le parole rimangono solo parole e non nascondono anni di sofferenza e storia. Purtroppo in Italia siamo ancora molto indietro, parole come ‘fro***’ possono creare tanta sofferenza a chi la riceve, ‘colpevole’ di amare una persona dello stesso sesso e neanche in libertà.
L’unica soluzione non è l’autoironia, come hanno dichiarato Pio e Amedeo, ma sono le battaglie. Le parole hanno un peso, data la frequenza con cui vengono pronunciate fuori luogo sempre e solo in senso denigratorio e discriminatorie. Ragazzi e persone omosessuali vengono ancora nel 2021 violentate con le parole, oltre che con le mani. Molti ancora vivono nell’ombra per paura di affrontare una vita destinata a insulti omofobi. Le cronache sono piene di persone che vengono quotidianamente bullizzate, che vengono cacciate di casa, rifiutate dalla propria famiglia, o che sono arrivate al suicidio.
Aurora Ramazzotti contro Pio e Amedeo: “Imperterriti ad aver presunzione di decidere cosa sia offensivo”
Ecco, non ci si può fare una risata su questo, soprattutto in un momento storico e delicato per il nostro Paese in cui la legge contro l’omofobia è ferma in Senato e solo per farla calendarizzare ci sono volute settimane di teatrini. Pio e Amedeo hanno ricevute numerose critiche. Anche Aurora Ramazzotti, figlia di Eros e Michelle Hunziker, ha voluto esprimere il suo pensiero:
“Questa cosa che si continui imperterriti ad avere la presunzione di decidere cosa sia offensivo per una categoria di cui non si fa parte e di cui non si conoscono le battaglie, il dolore, le paure, il disagio, la discriminazione, rimane a me un mistero irrisolvibile”
Secondo la ragazza, fare distinzione tra l’eccesso di politicamente corretto e l’uso di parole che hanno assunto connotazioni prettamente spregiative e discriminatorie è d’obbligo. Si parla di ‘intenzione’ buona o cattiva ma oggigiorno utilizzarle diventa già l’intenzione sbagliata. Lo si fa ignorando che chi fa parte delle categorie in questione ha espresso chiaramente di non volerle sentire perché gli fanno male.