Non è tardata ad arrivare la replica di Pippo Franco dopo il sequestro del suo Green Pass. Il QR Code della certificazione verde dell’attore è stato disattivato nei giorni scorsi. I carabinieri del Nas, su richiesta della Procura di Roma, hanno sequestrato nove Green pass falsi, tra cui quello del celebre attore e comico nonché star del Bagaglino.
L’attività rientra nell’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, per il reato di falso a carico di un medico di base e odontoiatra di Roma. Tra le certificazioni false anche quella destinata a un ex magistrato e ad altre personalità di spicco del mondo dell’imprenditoria.
Pippo Franco si è difeso tramite una nota del suo avvocato, il legale Benedetto Giovanni Stranieri. Il difensore ha assicurato che sia il suo assistito sia i suoi familiari sono tutti regolarmente vaccinati contro il Coronavirus. A tal proposito, come riporta La Repubblica, la difesa avrebbe depositato un test sierologico che proverebbe l’innocenza di Franco.
A quanto pare l’attore e comico è convinto di essere stato incastrato ingiustamente da alcune affermazioni fatte al telefono da altri indagati. Secondo l’accusa oltre a Pippo Franco avrebbero ottenuto un Green Pass falso anche la moglie Piera e il figlio Gabriele, produttore musicale visto qualche anno fa a Temptation Island Vip.
Le indagini sui falsi Green Pass
I Green Pass sequestrati sono stati disattivati presso il database del Ministero della Salute. Stando alle prime ricostruzioni la certificazione verde sarebbe stata utilizzata da alcuni indagati anche per accedere in locali. Il dottore indagato è accusato di avere rilasciato certificazioni mediche relative a visite mai eseguite.
E di aver redatto inoltre in favore di alcuni assistiti, non vaccinati, documentazione certificata di avvenuta immunizzazione da Covid-19 in modo da consentire, illecitamente, l’ottenimento del certificato verde, necessario in Italia da qualche mese per lavorare, entrare nei ristoranti e altri luoghi pubblici.
Proseguono dunque i controlli lungo tutto lo Stivale da parte delle forze preposte a scovare i cosiddetti furbetti del Green Pass. Secondo le informazioni a disposizione del Viminale ci sarebbe infatti un mercato nero da sgominare di finte certificazioni verdi, che non aiuterebbero a combattere l’emergenza Coronavirus