Francesco Ruggiero, amico e cardiologo di fiducia di Gina Lollobrigida, ha rilasciato delle dichiarazioni roboanti a Pomeriggio Cinque e in aula a Roma nel processo che vede imputato per circonvenzione di incapace l’ex factotum della diva, Andrea Piazzolla. Ma si proceda con ordine. Nella trasmissione di Barbara d’Urso, il medico Ruggiero ha spiegato di aver conosciuto circa 10 anni fa l’attrice, divenendone poi non solo uno dei suoi medici ma anche un amico.
Il cardiologo, intervistato dalla conduttrice partenopea, ha dichiarato che la volontà della ‘Lollo’ era quella di non lasciare nulla in eredità al figlio Andrea Milko Skofic. “Ha detto che avrebbe preferito vendere tutto piuttosto che lasciare qualcosa a suo figlio, anzi la frase precisa era: “Voglio vendermi tutto e lui non deve avere una lira””. La d’Urso ha aggiunto che anche a lei la diva aveva confidato le medesime parole.
In ESCLUSIVA a #Pomeriggio5 parla il cardiologo di Gina Lollobrigida: "Mi disse: preferisco vendermi tutto, mio figlio non deve avere nulla" pic.twitter.com/uaK0NK0lir
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La conduttrice ha poi chiesto al medico chi c’è stato al fianco della Lollobrigida nei suoi ultimi giorni di vita. Il cardiologo ha risposto così: “C’erano Andrea Piazzolla, il figlio, il nipote Dimitri e un amico di famiglia. Il signor Rigau? Non ho idea se sia entrato in clinica rispetto a quando l’ho visto io. Però io l’ho visto solo un’ora e mezza dopo la morte della Lollobrigida”.
Sempre a proposito di Rigau Ruggiero ha detto: “Nei dieci anni in cui ho seguito Gina Lollobrigida non l’ho mai visto. Quando usciva l’argomento Rigau, Gina non era particolarmente favorevole nei suoi confronti. Quanto mi disse la Lollobrigida è irripetibile in questo momento“. Barbara d’Urso si è lasciata andare ad una risata di conferma: “Mi sembra molto chiaro, immaginavo. Anche con me era molto chiara, ed è assolutamente irripetibile quello che diceva”.
A #Pomeriggio5, parla il medico che ha curato Gina fino all'ultimo: "Le cose che mi diceva di Rigau sono irripetibili" pic.twitter.com/hUPEP2SjGn
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Il cardiologo ha inoltre fatto chiarezza circa le condizioni di salute dell’attrice negli ultimi giorni, spiegando che il suo stato di coscienza si è progressivamente ridotto, fino alle ultime 48 ore in cui è rimasta completamente incosciente. Un trapasso sereno, per quanto possa essere serena una morte, ha sottolineato Ruggiero.
Il cardiologo di Gina Lollobrigida: la testimonianza nel processo
Il cardiologo, poche ore prima di intervenire a Pomeriggio Cinque, ha testimoniato in aula a Roma nel processo che vede imputato per circonvenzione di incapace l’ex factotum di Gina Lollobrigida, Andrea Piazzolla. “Al termine delle visite, in più di un’occasione, Gina Lollobrigida mi disse “mi voglio vendere tutto, mio figlio non deve avere nulla”, ha detto il medico, confermando poi la medesima versione a Pomeriggio Cinque.
Ruggiero ha aggiunto: “Erano confidenze che mi faceva quando terminavo le visite e varie volte faceva riferimento al fatto che il figlio Andrea Milko Skofic (parte civile nel processo) fosse lontano e non lì ad accudirla”.
Lo specialista ha poi spiegato nel processo come ha conosciuto Gina. Il loro primo incontro è avvenuto una decina di anni fa quando Piazzolla la portò nel suo studio per una visita dopo un malore. Il rapporto medico-paziente è durato e si è evoluto nel tempo, divenendo un’amicizia: “Da allora ho continuato ad assisterla, una volta ogni 15 giorni, ed ero informato quotidianamente sul suo stato di salute. In seguito ebbe un paio di scompensi cardiaci e nel 2017 fu ricoverata”.
E riguardo al legame tra la l’attrice e l’imputato Piazzolla, il cardiologo ha dichiarato: “Era sempre Piazzolla ad accompagnarla, il figlio e il nipote venivano in seguito a trovarla ma lei non voleva far sapere le sue condizioni di salute e spesso dovevo mediare io con loro”.
In aula Ruggiero ha inoltre ribadito che la diva non nutriva stima per il figlio e per il nipote: “Ricordo che lei non nutriva stima nei confronti del figlio e del nipote e me lo ha esternato varie volte, anche in maniera colorita. Con Piazzolla aveva un rapporto di collaborazione, anche affettivo, per lei era come un nipote acquisito”. “La “bersagliera” era caparbia, ma era totalmente in grado di intendere e di volere”, ha concluso il medico.