Eliana Michelazzo riassume tutta la vicenda Mark Caltagirone: “Manuela Arcuri prima vittima, poi Sara Varone, Alfonso Signorini, Matteo Guerra e Sergio Arcuri”
Il caso del finto matrimonio di Pamela Prati è tornato a occupare i salotti televisivi di recente. La trasmissione che ha ricominciato a ridiscutere della truffa è stata Non è l’Arena, programma di La 7 condotto da Massimo Giletti che, nel giro di poche settimane, ha avuto ospite la showgirl sarda per due volte. L’ultima domenica scorsa, il 20 ottobre. Ieri, a proposito del talk, è tornata a parlare anche Eliana Michelazzo, scagliandosi contro il giornalista e raccontando di essere stata pedinata da un cronista dello show. Ma non è finita qui. Nella giornata odierna Eliana è tornata a muovere pesanti accuse nei confronti dell’ex socia Pamela Perricciolo. Per farlo ha riassunto, secondo la sua versione, tutte le tappe della vicenda, parlando anche di Manuela Arcuri, Sara Varone, Alfonso Signorini e altri.
L’ex agente di Pamela Prati: tutte le tappe della vicenda
La Michelazzo, con una serie di Stories pubblicate su Instagram, ha riavvolto il nastro, partendo da capo e spiegando la sua ormai nota versione dei fatti. Ciò che è risultato inedito è stata la modalità del racconto. Per la prima volta l’ex agente, forse come mai è stato fatto in tv (strumento che ha altre dinamiche e altre tempistiche), ha riassunto piuttosto schematicamente l’ordine degli eventi. Certo si tratta della sua versione. Tuttavia il quadro descritto può aiutare un po’ di più ad orientarsi nel mare magnum dei fatti detti, ridetti, smentiti e non smentiti del cosiddetto caso Prati-Gate. Ecco Di seguito la prima parte della narrazione:
Eliana Michelazzo: ” Qualunque accusa risale solo a lei, la Perricciolo”
Eliana infine è tornata a sostenere la sua estraneità alle truffe, imputando la colpa di esse solamente alla Perricciolo e continuando a proclamarsi lei stessa vittima del sistema truffaldino. Certo, sono in molti, tutt’oggi, a non credere in toto alla sua versione. I più non riescono a capacitarsi di come una persona possa essersi fatta raggirare per così tanto tempo lavorando a strettissimo contatto con quella che viene definita l’artefice di tutto il castello di sabbia.