Dopo aver contratto il Covid ed essere stato costretto a saltare la puntata di Domenica In del 23 gennaio, Pierpaolo Pretelli è tornato nel salotto orchestrato da Mara Venier. Stavolta niente gioco del Musichiere (il quiz, non proprio riuscito nelle puntate precedenti per usare un eufemismo, è stato al momento archiviato); lo showman di Maratea ha cantando un brano di un totem della musica italiana, Ligabue, con tanto di camuffamento in stile Tale e Quale. La fanbase dell’ex velino di Striscia la Notizia ha però rumoreggiato non poco sui social, facendo schizzare in tendenza su Twitter l’hashtag #pretelli ben prima che il giovane fosse chiamato in studio. Motivo? La performance di ‘PierLiga’ è stata relegata sul finale di trasmissione, provocando un’ondata di proteste da parte dei fan del compagno di Giulia Salemi.
Fatto sta che alla fine, intorno alle 17 inoltrate, Pretelli si è materializzato in studio intonando Certe Notti. E qui sono iniziate a cascare sui social altre critiche. Tanti gli utenti che hanno bersagliato Pierpaolo, considerando la sua performance canora da dimenticare. La fanbase dell’ex Tale e Quale, come al solito, ha invece osannato il suo beniamino, ritenendo che sia stato impeccabile. Senza voler essere scortesi, Ligabue sta su un altro pianeta. Altrimenti detto, l’imitazione non è stata di quelle memorabili.
Al di là di ciò, non appena si è conclusa la performance Pretelli ha dovuto lasciare rapidamente il posto sul palco a Bobby Solo, andandosi a sedere dietro agli ospiti già presenti in studio. A conti fatti, guardando i freddi numeri, a Pierpaolo sono stati dedicati sì e no circa cinque minuti. Praticamente quasi nulla considerando che la diretta di Domenica In dura più di tre ore.
L’impiego dell’ex gieffino nel varietà festivo di Rai Uno continua a essere un mistero: da un lato Mara Venier non smette di dire che il ragazzo ha talento, che ormai è di famiglia a Domenica In e che nei suoi confronti nutre stima smisurata. Dall’altro lato, come a dire nel concreto, però, Pretelli viene sempre relegato in ruoli più che marginali. Insomma, il nuovo che avanza, per ora, è più sbandierato che realmente utilizzato.