Non ci voleva un genio per capire che Rai Tre sarebbe andata incontro a un disastro. E infatti così è stato. D’altra parte, se si hanno dei pezzi da novanta, che per anni hanno tirato la cosiddetta carretta fidelizzando il pubblico, e gli si dà il benservito (o si fa in modo che se ne vadano) senza sostituirli con un piano serio, è inevitabile che i telespettatori si diano alla fuga. Fabio Fazio, Massimo Gramellini, Lucia Annunziata e Bianca Berlinguer – giusto per citare alcuni nomi di peso – sono emigrati verso altri lidi televisivi. I dirigenti di Viale Mazzini, forse, credevano che tutto sommato il pubblico affezionato alla terza rete non avrebbe comunque cambiato canale. E invece si sono sbagliati di grosso. Il 2023/2024 per Rai Tre è stata una stagione ‘horribilis‘ e i dati lo certificano.
Il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo ad hoc sul crollo della terza rete del servizio pubblico, rilevando che in prima serata, cioè la fascia più ghiotta per quel che riguarda gli investimenti pubblicitari, c’è stato un calo rispetto all’anno 2022/2023 del 19.8% di pubblico. Tradotto, in media Rai Tre ha perso 277mila spettatori quotidiani nel prime time. Trattasi del peggior calo di tutte le reti. Come si diceva, c’è poco da stupirsi.
Fabio Fazio, emblema degli ‘epurati’ dalla nuova governance di Viale Mazzini, ha voluto togliersi un sassolino dalle scarpe, ripostando tra le sue storie Instagram l’articolo del Sole 24 Ore relativo alla debacle di quella che un tempo era casa sua. Come a dire: ecco cosa diavolo hanno combinato alla mia amata Rai Tre. E il prossimo anno, viste le premesse, potrebbe andare peggio. Se si pensa di far alzare lo share ingaggiando Chiambretti (nonostante il flop del suo ultimo programma gli è stato fatto un contratto per altri due anni), beh, siamo fritti. Da tempo Piero ha perso il tocco magico. Di telespettatori che lo seguono non ne sono rimasti molti. I dati delle sue ultime avventure televisive lo certificato inequivocabilmente.
Naturalmente il problema non è Chiambretti. Il problema è che se si lascia partire Fazio (e gli altri poc’anzi citati) e non si ha una benché minima idea per sostituirlo, il patatrac è inevitabile. E il giochino delle tre carte poco funziona: spostare Report alla domenica va bene, peccato che poi resta sguarnito il lunedì e sono dolori; è la storia della coperta corta, tira di qua e tira di là, ma da qualche parte c’è sempre qualcosa che non si riesce a coprire se manca la materia prima.