Il mancato rinnovamento del contratto di Amadeus con la Rai sembra aver aperto il vaso di Pandora. Sempre più voci si susseguono sull’addio di altri volti emblema dell’azienda e chissà che la lista non si allunghi. Nel frattempo, i primi nomi ad apparire nei pezzi riguardanti l’argomento sono stati quelli di Francesca Fagnani, Federica Sciarelli e Sigfrido Ranucci. Mentre per il momento le giornaliste non hanno commentato il rumor, il conduttore di Report ha deciso di esprimersi sulla questione attraverso un post sui social. Contemporaneamente arriva l’ennesimo comunicato del sindacato dei giornalisti del Servizio Pubblico: UsigRai non ci sta e si scaglia contro i vertici Rai a seguito proprio delle voci sull’addio di Sciarelli e Ranucci.
E’ ufficiale: la Rai sta attraversando quella che possiamo definire una vera e propria crisi. Nei corridoi di Viale Mazzini sembra aleggiare tensione e caos mentre i nomi di alcuni dei conduttori più noti delle tre reti compaiono sui giornali affiancati dalla parola “addio”.
Dopo il passaggio di Amadeus a Discovery, è notizia di questa mattina che l’ex direttore artistico di Sanremo non sarebbe l’unico a lasciare la Rai nella prossima stagione televisiva. A lui si aggiungono nomi di giornalisti illustri, quelli di Francesca Fagnani, Federica Sciarelli e Sigfrido Ranucci.
Le parole di Sigfrido Ranucci
Tra questi tre volti, quello che sulla carta apparirebbe più propenso a lasciare l’azienda per traslocare su altre reti è sicuramente Ranucci. E’ infatti risaputo che il conduttore di Report non è gradito dall’attuale dirigenza Rai, tanto da finire più volte in Commissione di Vigilanza a causa di alcune inchieste protagoniste del programma. In più, un ultimo episodio che si è verificato nei suoi confronti è stato quello che ha visto l’azienda cancellare le repliche estive di Report, nonostante negli anni scorsi avessero sempre ottenuto ottimi ascolti a costo zero.
Forse proprio per la nota tensione con l’azienda di cui è dipendente, Ranucci ha scelto di commentare la notizia del suo possibile addio alla Rai con un post su Facebook. Riportando lo screenshot dell’articolo della Stampa sul caso, il giornalista ha dato appuntamento al pubblico con la prossima puntata di Report. Nel post però, il conduttore non smentisce il rumor ma anzi sembra quasi assecondarlo:
A partire da domenica 21 aprile, dalle 20.55 su Rai3 Report sarà ancora in onda. Almeno fino a Giugno.
Come si noterà, quell’ “almeno” utilizzato da Ranucci conferma la messa in onda delle nuove puntate di Report ma restituisce agli utenti un velo di incertezza sul futuro del programma e, di conseguenza, del suo conduttore.
Il comunicato di UsigRai
Nel frattempo, continuano le tensioni tra Rai e i suoi dipendenti. A seguito proprio degli ultimi rumors sul possibile addio Rai di Ranucci e Sciarelli, il sindacato dei giornalisti del Servizio Pubblico ha scelto nuovamente di emanare un comunicato. Leggendo quanto rilasciato, l’UsigRai si scaglia ancora una volta contro la corrente dirigenza dell’azienda sostenendo che i vertici attuali non stiano difendendo il Servizio Pubblico in quanto tale:
Indiscrezioni di stampa danno per imminente l’addio alla Rai anche di altri due volti importanti dell’azienda, Sigfrido Ranucci e Federica Sciarelli. Due professionisti che per Usigrai sarebbero una perdita ancor più dolorosa perché si tratta di giornalisti interni da sempre impegnati nella ricerca della verità attraverso inchieste che hanno fatto la storia dell’azienda. Peraltro, è notizia di questi giorni la decisione della Rai di cancellare le repliche di Report dal palinsesto estivo. Si rinuncia a un prodotto di qualità a costo zero pur di rimuovere Ranucci dal Servizio pubblico. Ci chiediamo se il mandato di questo vertice – che il Governo si appresta a riconfermare, almeno in parte – sia quello di distruggere la Rai. Si fanno investimenti fallimentari, si chiedono sacrifici ai dipendenti, si taglia il budget delle redazioni con ripercussioni inevitabili sulla qualità del prodotto e al contempo si perdono pezzi importanti dell’identità Rai, con gravi danni per gli ascolti e il bilancio. Una situazione inaccettabile sia per il tradimento della missione della Rai servizio pubblico, sia dal punto di vista sindacale per la progressiva riduzione del perimetro occupazionale che le scelte del vertice comportano.
Vera è che anche il centro, la sinistra e altri hanno pure approfittato del potere per clientelare la loro presenza. Ma affamati come quelli attuali non se ne erano mai visti Questo perchè devono essere favoriti ad entrare in rai pubblica alcuni inutili, scadenti, noiosi, deludenti pseudo artisti o commentatori o intrattenitori o conduttori amici della capa o dei partiti alleati. Peggio di così, penso, neanche in Uganda!