Lo avrete notato, ormai appena arriva l’estate i palinsesti televisivi si svuotano. Vi abbiamo raccontato proprio ieri tutte le novità che ci aspettano sia in Rai che in Mediaset per la nuova stagione, ma c’è un problema. Se in autunno sappiamo già quali programmi e quali nomi dobbiamo aspettarci, in estate, quando siamo tutti a casa in cerca di distrazione durante le ore più torride non c’è niente, o meglio, c’è sempre qualcosa di visto e rivisto. Nel blog di Davide Maggio, hanno provato ad analizzare questo fenomeno per quanto riguarda la Rai, ma anche Mediaset non sta scherzando con le repliche.
I vertici di Viale Mazzini hanno deciso di riproporre tutti gli spettacoli che hanno chiuso o hanno collezionato flop nelle prime serate estive. Prendiamo ad esempio Boomerissima di Alessia Marcuzzi, che torna da stasera 20 Luglio per tutti i sabati estivi in prima serata. Quando è andato in onda in prima visione non è andata di certo bene, dopo due stagioni Alessia Marcuzzi ha chiuso la saracinesca, eppure ci riprovano in replica. Per non parlare del disastro dello show di Chiara Francini, chiuso addirittura in anticipo: Forte e Chiara torna in agosto con le uniche due puntate che sono andate in onda a fatica. Lo stesso vale per Il Cantante Mascherato: lo hanno chiuso, sostituito con quell’orrore dell’Acchiappatalenti, eppure ce lo riproporranno ad agosto. Ce lo chiediamo noi, se lo chiede la redazione di Davide Maggio ma se lo chiede soprattutto il pubblico: perché tutte queste repliche? Non potrebbero rinnovarli questi programmi? Vediamo di fare luce su questo fenomeno.
Una estate di repliche: cosa succede in Rai e in Mediaset?
Abbiamo visto quello che succede in Rai, che è forse più grave di quello che succede in Mediaset visto che la televisione commerciale può sopravvivere anche con le repliche, mentre la tv nazionale dovrebbe proporre palinsesti superiori, ma anche Piersilvio non sta scherzando. Ormai il preserale di Canale 5 è fatto solo ed esclusivamente di repliche. Dopo appena un mese di Ruota della Fortuna, che avrebbe potuto accompagnarci per tutta la stagione estiva, si torna al rivisto. Gerry Scotti è il conduttore che soffre più del fenomeno della replica: in questi giorni stiamo vedendo le puntate del 2017 di The Wall, fino a settimana scorsa c’erano le puntate di Caduta Libera di un paio di anni fa. Fino a poco tempo fa però, c’era l’edizione Splash di Caduta Libera, che arrivava fino a settembre, con i vip o i campioni più famosi. Ora sempre le stesse puntate. Per non parlare dello Show Dei Record che sono mesi che occupa la domenica sera con repliche. Torna anche Ciao Darwin, con l’ultima edizione andata in onda lo scorso autunno.
Inutile dire che il pubblico non ne può più, già l’estate è sfiancante, se poi quando possiamo distrarci dobbiamo sorbirci sempre le stesse cose, gli ascolti crollano. Capire le ragioni dietro queste strategie però non è semplice. Sono troppo vecchi o hanno fatto flop, quindi sono praticamente inediti perché o non li ha visti nessuno o non se li ricorda nessuno. Il problema però è questo: dare per scontato che il pubblico abbia la memoria corta. Perché puntare a prendere in giro i telespettatori quando potresti accattivarne molti di più con nuovi format? Anni fa l’estate era il regno dei programmi più leggeri, divertenti o dei grandi film in prima e seconda serata. Questo appiattimento di contenuti e di qualità è un brutto segno, soprattutto quando oggi ci sono tutti i servizi streaming che offrono sempre novità. I telespettatori non vengono di certo invogliati a guardare sempre le stesse puntate in replica e spengono la televisione, le reti perdono ascolti e consensi e anche i palinsesti futuri ne risentono.
Un cane che si morde la coda: le repliche uccidono il futuro della tv
Cosa succede quando mandi in onda continuamente delle repliche? Che a lungo andare, il pubblico non distingue più le novità e molla il colpo. Le conseguenze che possono interessare una rete possono essere anche importanti, se perdi consensi come pensi di risollevarti nella stagione seguente? Si va sempre a ribasso. Come se si puntasse sui flop affinché appunto, floppino, per poi riproporli in estate. Minimo sforzo, minima resa insomma. Basterebbero poche idee ma buone, per un paio di programmi nuovi per arrivare a settembre, ma forse è proprio la fantasia che manca. Ci si accontenta del poco che c’è per non investire in qualcosa di nuovo e rischioso, ma la televisione che deve essere sia intrattenimento che cultura non dovrebbe lasciare solo delle briciole.