I discussi cambi di rotta, per ragioni differenti, di Mediaset e Rai non stanno dando buoni frutti. Diversi nuovi programmi inseriti in palinsesto stanno facendo parecchia fatica. Novità “horribilis”, verrebbe da dire. Il paradosso è che sono andati a sostituire trasmissioni che andavano bene e che non avevano bisogno di essere stravolte. Uno dei casi emblematici in tal senso è quello che riguarda la sostituzione di “Oggi è un altro giorno” di Serena Bortone con “La Volta Buona” di Caterina Balivo. La giornalista veleggiava intorno al 16% di share nel pomeriggio di Rai Uno. Nel suo triennio ha sempre migliorato gli ascolti. Peccato che a quanto pare non stesse troppo simpatica alla nuova governance della Tv di Stato. Da qui la scelta di richiamare la Balivo che ora arriva a malapena al 12%.
Oltre al danno la beffa. Non è un caso che in questo avvio di anno televisivo abbia subito un calo di circa 200mila utenti giornalieri rispetto alla scorsa stagione “Il Paradiso delle Signore”. Uno dei fattori potrebbe proprio essere il debole traino della Balivo. In parole povere, “La Volta Buona”, oltre a fare peggio di “Oggi è un altro giorno”, non dà nemmeno una spinta alla fiction.
Altro caso simbolo delle scelte azzardate di Viale Mazzini è quello inerente al fatto di non aver fatto nulla per tenere Fabio Fazio e il suo “Che Tempo Che Fa”, programma storico di Rai Tre migrato su Nove in grado di incollare al piccolo schermo oltre 2 milioni di persone a puntata in prime time la domenica sera. Come è andata a finire? Che il talk è stato sostituito da “Il Provinciale – Il Racconto dei Racconti” che nella prima messa in onda ha raccolto davanti al video 726.000 spettatori con il 4.5% di share. Circa tre volte in meno gli utenti garantiti da Fazio.
Spostandosi sul versante Mediaset si ravvisano altri casi relativi a novità partite con il piede sbagliato. Myrta Merlino, che ha sostituito Barbara d’Urso a “Pomeriggio 5”, quando si scontra con “La vita in diretta” soccombe e fa registrare dati peggiori di quelli che otteneva “Barbarella”. La stagione è lunga e non è detto che il trend non possa essere invertito. C’è però anche il pericolo opposto, cioè che il talk sprofondi. Si salvi chi può.
Infine è opportuno spendere due parole sul nuovo Grande Fratello. Mediaset ha preferito abbandonare la versione totalmente “vip” e ne ha confezionata una “mix”, con famosi e gente comune. Il reality è stato ripulito dal trash, una scelta che per il momento non sta pagando (buono l’esordio al 23%, poi il tracollo al 16% nella seconda puntata e un poco convincente 18% nella terza).
Per il GF e Merlino c’è un filo conduttore: la voglia spasmodica dei piani alti di Cologno Monzese di offrire una tv garbata. Se però per 20 anni hai dato da mangiare pane e “trash”, abituare a una nuova “dieta” tv lo spettatore non è semplice. Forse si poteva imboccare la strada del cambiamento per gradi e non con un netto colpo di spugna.