I volti nuovi della Rai ‘meloniana’ stanno accumulando una serie di risultati flop, alcuni persino disastrosi. E il punto non è solo che tali numeri prestano naturalmente il fianco alle critiche della stampa e degli analisti. Il nocciolo vero della questione sono i mancati introiti pubblicitari. La dinamica è semplice, pure un bambino la capirebbe: la tv si sostiene con gli spot, che pagano tanto se lo share è alto. Altrimenti non sborsano quattrini. Se quindi uno show non soddisfa le aspettative rischia di andare in rosso. Come finisce? Che si chiude in anticipo.
Quando quest’estate sono stati presentati i palinsesti estivi di “Mamma Rai” alcune decisioni sono parse azzardate e ‘politiche’, per usare un eufemismo. Si prenda il caso di Serena Bortone: “Oggi è un altro giorno” andava bene, veleggiava al 16% di share ed era in costante crescita. Idea geniale della dirigenza: via Bortone, dentro Caterina Balivo con “La Volta Buona” che fatica ad arrivare all’11/12%. Se dovesse scendere ancora saranno guai.
Oltre al danno la doppia beffa. Bortone è stata dirottata su Rai Tre con un nuovo programma, “Chesarà”, iniziato lo scorso weekend. Sabato 609.000 utenti (3.6%), domenica un po’ meglio, 742.000 spettatori (4.1%). Il talk non ha una vera e propria identità. Morale della favola: ora la Balivo va male e pure Bortone non naviga in buone acque. Finita qui? No. La domenica su Rai Tre c’era Fabio Fazio che portava a casa qualcosa come 2 milioni di utenti. Ora, dopo “Chesarà”, c’è “Il Provinciale – Il Racconto dei Racconti”, inchiodato 3.6%, tre volte meno gli ascolti di “Che Tempo Che Fa”. Meraviglioso!
Ma il disastro più eclatante di “Tele Meloni” è “Il Mercante in fiera”, trasmesso nel preserale di Rai Due. Partito lunedì al 3.6%, martedì e mercoledì è crollato all’1.9%. Fare peggio vorrebbe dire sparire. Se non ci sarà un miglioramento, inevitabile la chiusura perché con simili numeri non si va da nessuna parte.
Altra novità che sta raccogliendo ascolti tutt’altro che ottimi è “Fake Show” di Max Giusti. In prime time su Rai Due il 18 settembre ha avuto 722 000 utenti (5.1%), la settimana successiva ne ha interessati 580.000 (3.6%). Alla faccia del ‘nuovo’ che avrebbe dovuto far fare un salto di qualità alla rete.
Il discorso è il solito: quando non si seguono logiche di mercato, ma si prendono decisioni che hanno motivazioni misteriose e arcane all’apparenza prive di senso, il rischio di fare un buco nell’acqua è alto. Voilà!